
Sabato 14 aprile, nel Teatro “Quartieri” a Bagnone è stato presentato il libro Cavoli a merenda. Opera del presidente onorario dell’Accademia Italiana della Cucina, Giovanni Ballarini (Ed. Tarka). All’evento erano presenti studenti e personaggi di spicco del mondo culturale lunigianese, fra cui Andrea Baldini e Riccardo Boggi.
In apertura i saluti del sindaco Carletto Marconi, di Ezio Tomellini, delegato dell’Accademia Italiana Cucina del nostro territorio, unitamente a Ragna Engelbergs, della dirigente dell’Istituto “Pacinotti” e sindaco di Pontremoli, Lucia Baracchini, della presidente “Donne di Luna” Giusi Maggioni e dell’editore Franco Muzio. Filo rouge conduttore l’arte culinaria intesa nei suoi molteplici aspetti. Cucinare non è solo un modo per rendere appetibile e digeribile un cibo, ma sforzo creativo per migliorare ciò che la natura ci procura e trarre, dalla soddisfazione di un buon piatto, un piacere per il corpo e lo spirito.
Mai dobbiamo scordare le tradizioni degli antenati i quali, prima degli ingredienti, ci hanno testimoniato l’amore per la raccolta armonica e sequenziale di azioni insostituibili. In primis la bellezza dello stare insieme, del conversare durante i pasti per rafforzare i rapporti familiari ed interpersonali. Oggi, purtroppo, abbiamo perso il “gusto” dell’altro, siamo poveri di “erbe aromatiche” come fiducia, fantasia, festa, gioco, ascolto … Telefonini, supermoderni, ahinoi!, hanno sostituito le lunghe chiacchierate, naturale rimedio psicologico alle salite della vita.
A dare un taglio piacevole e interessante all’incontro ci ha pensato il relatore Lorenzo Sartorio, giornalista de “La Gazzetta di Parma”, legatissimo, assieme all’amico Italo Pizzati, alla Lunigiana che, spesso, cita nei suoi apprezzati articoli. Ed infatti il suo esordio è stato “Stamani gioco in casa poiché sono fra persone che stimo e a cui voglio bene. Inoltre è bello vedere, fra il numeroso pubblico, teste “more e bionde” a conferma che i nostri giovani, se supportati nel modo giusto, sanno interessarsi di argomenti importanti, in continua crescita, come quello della enogastronomia”.
“Il titolo Cavoli a merenda – ha continuato Sartorio – è chiaramente provocatorio. Richiama la saggezza dei proverbi della civiltà contadina, quando i cibi erano poveri ed essenziali. Il cavolo era presente in ogni orto, si cucinava in vari modi, ma non si mangiava a merenda. Il dilagare della cucina moderna è una sfida culturale con un occhio di riguardo alla scelta delle materie prime e alle ricette antiche riviste per i nostri tempi per ben amalgamare raffinatezza, qualità ed anche estetica nella presentazione dei piatti. Si è parlato molto dell’uso della patata e della sua lunga storia; del maiale e della preparazione dei salumi che resta un rito. Il libro, quindi, è una miscellanea di piatti, italiani e non, di aneddoti attinenti agli ingredienti, di bevande… Precisi i riferimenti alla cucina di casa nostra”.
“Terra generosa, la Lunigiana, ha chiosato Sartorio, anche nei suoi prodotti. I boschi di castagni danno pregiata farina, macinata in mulini ad acqua, mentre il sottobosco profuma di porcini. Eppoi ancora l’agnello di Zeri, cotto nei testi e le squisite torte d’erbi, ben note, insieme ai testaroli, oltre i confini della Valle della Luna. Qui, a condire le delizie culinarie, c’è l’ospitalità, quasi sacra”. Rivolgendosi, infine ai ragazzi, Sartorio ha raccomandato loro di divenire ottimi cuochi, non chef, mantenendo la propria identità, lungi dalla supponenza di chi abusa del mezzo televisivo per farsi una pubblicità ormai stomachevole.
“Usate, cari ragazzi, tecniche semplici per piatti leggibili dove si annidano emozioni”.
Prima di congedarsi, il giornalista ha ricordato Gigi Buffon per la prestigiosa carriera e per essere rimasto legato a Treschietto, patria della cipolla dolce. E gli applausi si sono raddoppiati!
Ivana Fornesi