In Valdantena, la chiesa di Casalina e quel portone chiuso da 6 anni

La parrocchiale di San Matteo ha giurisdizione su diversi paesi di una valle un tempo popolosa ma che dal gennaio 2012 ha perso anche quello che era l’ultimo riferimento per riconoscersi comunità

14Casalina3Chi percorre la strada provinciale del Cirone, versione moderna dell’antico percorso che collegava la valle del Magra con quella emiliana del Parma, lasciate le ultime curve del tortuoso tracciato che sale da Pontremoli si trova avvolto nell’accogliente ambiente della Valdantena. Una valle interna, il cui unico sbocco a sud è lo stretto percorso aperto dal Magra in milioni di anni di lavoro delle acque. Qui, per secoli, una operosa comunità ha vissuto di una economia fatta di agricoltura di sopravvivenza e di scambi con quelle vicine e d’oltre Appennino.

Casalina, Toplecca, Versola e Groppodalosio nel 1840 contavano 750 abitanti: in quello stesso anno il centro urbano di Pontremoli superava appena i 3.500 residenti. L’emigrazione verso mete vicine e lontane ha ridotto la comunità a poche decine di persone, ma quelli rimasti attendono con ansia che la loro chiesa venga riaperta. Si aspettano 165.000 euro per iniziare i lavori, si spera entro l’anno.

14CasalinaAl centro di questo territorio l’abitato di Casalina era e resta fulcro dell’intera vallata: certo per gli abitati vicini, ma anche primo punto di riferimento di fondovalle per le comunità di Gravagna e Pracchiola, rispettivamente sotto i passi della Cisa e del Cirone. E poi, più a valle, Previdè, Molinello, Cargalla… Casalina è da secoli la sede della parrocchia di Valdantena che raggruppa gli abitanti di Toplecca, Versola e Groppodalosio: un territorio fortemente popolato fino ai primi decenni del Novecento e che, come ci ricorda il Repetti, nel 1840 poteva contare su quasi 750 anime.
Un’enormità se si pensa che il centro di Pontremoli, quello tra Porta Parmigiana e Porta Fiorentina, superava appena i 3.500 abitanti! Oggi, dopo decenni di emigrazione vicina e lontana, lo spopolamento ha ridotto quella comunità a poche decine di persone; eppure il senso della stessa resta molto forte nonostante anche l’ultimo punto di riferimento si sia perduto, speriamo momentaneamente.
Dal 2012, infatti, la chiesa parrocchiale dedicata a San Matteo è chiusa: la scossa di terremoto del 25 gennaio ha colpito duramente un edificio già segnato da una storia travagliata.

Una storia travagliata con frane e terremoti

L'ingresso della chiesa di Casalina con il portale in pietra danneggiato. Chiuso dal 2012.
L’ingresso della chiesa di Casalina con il portale in pietra danneggiato. Chiuso dal 2012.

La fondazione della chiesa di Casalina è molto antica, anche se la prima citazione compare solo nelle Decime Bonifaciane della fine del XIII secolo come cappella dipendente dalla Pieve di Urceola-Saliceto. La chiesa, dedicata a San Matteo, diviene poi sede della parrocchia di Valdantena, autonoma dall’inizio del XVI secolo. L’edificio ha dovuto purtroppo convivere per secoli con frane e terremoti; è testimoniato, infatti, il restauro al quale venne sottoposto con importanti opere di consolidamento nel 1702 a causa di gravi cedimenti; venne di nuovo ristrutturato nel 1829. Pochi anni dopo, nel 1834, fu di nuovo disastrato da un violento terremoto e venne interamente ricostruito così come la vediamo oggi, con il portico che introduce al portale d’ingresso e come testimoniano le date di quegli anni riportate sui portali e sulle murature. Ma ancora il 2 novembre 1839 tutta l’area della Valdantena fu teatro di una disastrosa alluvione che distrusse ponti e case provocando anche vittime tra la popolazione. A quegli anni (1850) risale anche la costruzione del campanile che si erge appena staccato dal retro della chiesa, caratterizzato dalla particolare copertura a piastrelle rosse che lo distingue da tutti gli altri.

L'interno della chiesa di Casalina.
L’interno della chiesa di Casalina.

A sei anni di distanza il portone d’ingresso è sprangato, con il grande architrave del portale in pietra spezzato e puntellato perché pericolante. All’interno il tempo sembra essersi fermato: tutto è al proprio posto, i grandi lampadari si accendono al primo tentativo, la chiesa è pulita e pronta ad accogliere i fedeli se non fosse per le tante crepe larghe da pochi millimetri ad un paio di centimetri, che percorrono dall’alto verso il basso le pareti.
Problemi di stabilità con i quali la chiesa di Casalina ha dovuto fare i conti nel corso dei secoli o nuovi movimenti che ne mettono a serio rischio la sopravvivenza? L’ampio avvallamento del pavimento che ben si può osservare nella navata in corrispondenza dell’ingresso e i gravi danni al portale in pietra non lasciano tranquilli. In proposito esiste un progetto di consolidamento per rimediare ai danni ripristinando le condizioni di stabilità dell’edificio e per il suo restauro.
Difficile prevedere i tempi, ma i lavori potrebbero partire entro l’anno: tutto dipende da quando la Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli potrà disporre del finanziamento che è stato assegnato ma non è ancora spendibile. Si tratta di 165.000 euro, in massima parte in arrivo dalla CEI e destinati proprio agli interventi più urgenti.

(Paolo Bissoli e Davide Finelli)