La Passione di Cristo in dialetto

Pontremoli: venerdì 23 marzo, nell’ambito degli eventi della Settimana Santa, si è tenuta la rappresentazione del gruppo di Virgoletta.

È 13via_crucisnata da un’idea di Luigi Palladini la Passione di Cristo in dialetto virgolettese. A sua volta, l’architetto, residente a Brescia ma con forti legami con l’originaria Virgoletta, deve l’ispirazione ad un’opera scritta in dialetto bresciano da un’insegnante sua collega.
Questa, dunque, è l’origine della rappresentazione che, venerdì sera 23 marzo, ha aperto la serie di eventi presentati sotto il titolo “La Settimana Santa a Pontremoli”, organizzati dal Gruppo missionario “P. Daniele”, le parrocchie dei S.S. Giovanni e Colombano, dei S.S. Cristina e Giacomo e di S. Pietro, insieme alle Confraternite della Misericordia e dell’Immacolata Concezione di Nostra Donna, i Cavalieri del Tau e in collaborazione con il Comune.
Proposta al pubblico per la prima volta nel 2016 a Virgoletta, nel 2017 la “Passione” è stata riproposta nella chiesa di S. Francesco in Villafranca. Quest’anno due sono stati gli appuntamenti: a Filetto, nella chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo, martedì 20 marzo e il venerdì successivo nella chiesa di S. Lorenzo martire a Pontremoli. Il gruppo di persone coinvolte nella sacra rappresentazione, coordinate dalla regia di Palladini, proviene in gran parte da Virgoletta, ma in esso sono inseriti anche interpreti provenienti dai paesi dei dintorni (Villafranca, Bagnone…); prezioso il contributo musicale della Corale di Virgoletta.
La serata è stata introdotta da una documentata presentazione di Paolo Lapi sulle tradizioni religiose virgolettesi e dal saluto di don Pietro Pratolongo. Quindici sono le stazioni di questa Via Crucis, che termina con una riflessione sulla resurrezione di Gesù, e simile è l’impostazione ad esse data. All’inizio è stata data lettura di due riflessioni sulla Passione redatte da mons. Alberto Silvani, virgolettese, vescovo di Volterra, e dal cardinale mons. Giovanni Re, bresciano di Borno, in Val Camonica. Quindi il canto della Corale di Virgoletta ad introdurre la stazione, proclamata una prima volta in italiano. Un secondo canto introduce la proclamazione in dialetto.
Ad ogni stazione variano i personaggi che leggono la riflessione, sempre in dialetto virgolettese, guidando il pubblico presente nella ricostruzione della scena indicata. Alla decima stazione, una nuova riflessione scritta da un docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, quindi le ultime tappe della dolorosa e gloriosa Via del Calvario.
Un modo di presentare la “Passione” che si ricollega alle sacre rappresentazioni tanto in uso secoli fa e mantenute ancora vive in diverse zone dell’Italia e dell’Europa. L’aggiunta della lingua o dialetto del posto rende ancora più sentita la partecipazione a questi fatti prodigiosi che sono all’origine del Cristianesimo.

Via Crucis interparrocchiale a Vico

Ogni anno, nel pomeriggio della Domenica delle Palme, gli abitanti delle frazioni a monte di Bagnone si uniscono a quelli di Vico per celebrare la Passione di Cristo lungo la via del Calvario. Quindici le stazioni, ultima quella della Resurrezione, collocate lungo il tragitto che da Vico-Chiesa conduce a Monterole, dove si trova l’oratorio dedicato alla Santa Croce. All’interno le belle statue lignee di Maria Regina e del suo cantore S. Bernardo. Il parroco don Angelo Boattin, in apertura, si è rifatto alla Parola proclamata durante la S. Messa delle 10 nella chiesa dell’Assunta: “Gesù entra in Gerusalemme seguito dai discepoli mentre le donne osservano da lontano. Agli ‘osanna’, sul Golgota si sostituiranno le espressioni di scherno. C’è, però, un personaggio che rimane ai piedi della Croce per proclamare: ‘Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!’.
È un centurione romano, un pagano, eppure è la sua voce a nutrire la nostra fede. Capisce che Gesù dona la vita per lui, peccatore, e per tutti noi, peccatori”. Guidati dal sacerdote, abbiamo lasciato da parte le zavorre quotidiane per fissare lo sguardo su Colui che umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte di croce. La sua accettazione non è rassegnazione passiva, ma accoglimento della volontà del Padre per salvarci. Tale certezza ci schioda dalla situazione di condannati a vita. Toccanti le riflessioni lette da un bel numero di ragazzi. Da oltre tre decenni le stazioni, in bronzo, della Via Crucis, volute con fede dal parroco don Mario Forni e da Ernesto Pini di Canneto, ora passati a miglior vita, segnano il cammino dei viandanti che sanno guardare al Cielo. La processione si è conclusa nel raccolto oratorio monterolese con la solenne benedizione ed il bacio della reliquia. Raffinati gli addobbi floreali posti ai piedi delle stazioni, offerti, come da tradizione, dalla famiglia dell’indimenticabile Ernesto. (i.f.)