Guidato dallo Spirito nel deserto

Domenica 9 marzo – Prima di Quaresima
(Dt 26,4-10; Rm 10.8-13; Lc 4,1-13)

Nelle sei settimane di preparazione alla Pasqua siamo invitati a una più intensa vita di preghiera, di carità, di penitenza, sull’esempio di Gesù che consacrò l’inizio della sua missione con un ritiro di quaranta giorni.
1. Guidato dallo Spirito nel deserto. Il vangelo secondo Luca ci racconta le tentazioni di Gesù come gli altri due sinottici. Però a differenza del vangelo secondo Matteo cambia l’ordine tra la seconda e la terza tentazione e non ci parla del monte altissimo e delle quaranta notti.
A differenza del vangelo secondo Marco non ci parla della presenza degli angeli e delle bestie selvatiche. In questo modo il racconto di Luca toglie il riferimento a Mosè e alla vita del popolo nel deserto, ad Adamo e al paradiso terrestre. Presenta invece le tentazioni come un momento della lotta tra il potere del diavolo e la virtù dello Spirito, lotta che culmina con la Pasqua di morte e risurrezione.
Gesù dunque fu condotto e guidato dallo Spirito per quaranta giorni, mentre era tentato dal diavolo: l’azione dello Spirito, così come la tentazione, si estende per quaranta giorni.
2. Gli mostrò in un istante tutti i regni della terra. I regni della terra mostrati a Gesù sono in potere al diavolo, che ha il “potere delle tenebre” (Lc 22,53), e la missione di San Paolo è quella di andare verso le nazioni “per aprire i loro occhi, perché si convertano dal potere di Satana a Dio” (At 26,18).
La missione di Gesù rientra in questa lotta tra bene e male, tra regno delle tenebre e regno della luce. Gesù risulta vincitore, perché non cede all’offerta diabolica di venire a patti con il male, cosa che gli avrebbe risparmiato la passione dolorosa. La sua vittoria però resta parziale fino al momento della passione.
3. Lo condusse a Gerusalemme. Il punto culminante delle tentazioni nel terzo vangelo è collocato a Gerusalemme, luogo della passione, morte, risurrezione, ascensione di Gesù, discesa dello Spirito Santo e inizio della missione della Chiesa.
Gerusalemme è dunque il luogo del sacrificio e della vittoria definitiva di Gesù contro il potere di Satana, è la conclusione della lotta che era stata solo abbozzata e vinta parzialmente durante i quaranta giorni del deserto.
Allora la vittoria era stata temporanea, perché come viene detto, “il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato”, e si ripresentò quando “Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici”, e venne “l’ora del potere delle tenebre” (Lc 22,3.53).
Con la sua morte e risurrezione Gesù vince il potere del male e fa risplendere la luce della Pasqua. Porta compimento la sua missione sotto l’azione dello Spirito, che all’inizio era sceso sulla Vergine Maria, era sopra Gesù all’inizio del suo ministero, scende sui discepoli all’inizio della vita della Chiesa, continua ad agire nei cristiani: “Nessuno può dire: Gesù è il Signore, se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1Cor 12,3).

† Alberto