Parroco, insegnante e tanto altro: i 60 anni  di sacerdozio di don Lorenzo Piagneri

Ordinato a Pontremoli il 28 giugno 1964 dal vescovo Giuseppe Fenocchio.
L’infanzia in Valdantena, gli studi biblici, l’amore per la natura e la sua socialità

Don Lorenzo Piagneri nel chiostro del convento della SS. Annunziata (foto Marco Angella)

Schivo dai titoli ottenuti, anche se ben meritati, lontano da pizzi, merletti e incensi, l’inconfondibile “favella” che sa essere magistralmente dotta quanto utilizzare termini del dialetto popolare, i grandi occhiali che, dalle loro lenti, fanno scaturire non soltanto la luce degli occhi ma anche il sussurro del suo buon cuore, don Lorenzo Piagneri ha tagliato il traguardo dei 60 anni di ordinazione sacerdotale, avvenuta il 28 giugno 1964.
Nato il 9 aprile di ottantaquattro anni fa alla Piagna, in Valdantena, dove l’abitato cede il passo alla natura che già anticipa i vicini prati di Logarghena, dai suoi racconti abbiamo ascoltato aneddoti sulla sua famiglia, su storie di guerra, sulle condizioni di vita, spesso precarie, che a quei tempi erano abitudine per tutti i nostri paesi.
Papà Lino, della caccia ne aveva fatta una scelta di vita quotidiana; mamma Delia fu invece grande lavoratrice e cuoca dei matrimoni nella valle, il fratello maggiore Leo – mancato troppo presto – ottenuta la laurea in giurisprudenza divenne poi segretario comunale a Carrara.
Ma chi più di ogni altro ha sempre creduto e dato manforte al nostro “don” sono stati senz’altro il conforto spirituale dello zio paterno don Irino, parroco proprio in Valdantena, e la nonna materna Desolina, che con forza d’animo e di fede ha accompagnato il giovane Renzo nel perseguire la sua scelta di diventare sacerdote. Terminate le scuole elementari in paese, il giovane Lorenzo scende a Pontremoli per andare seminarista.
Conclusi gli studi del ginnasio e del liceo prosegue con gli studi filosofici e teologici, dapprima a Pontremoli e poi a Parma. Dopo l’ordinazione sacerdotale alcuni brevi incarichi come cappellano prima nella Cattedrale di Pontremoli, poi nel fivizzanese.
Quindi l’interesse e la forza della sua mamma per chiedere e ottenere che don Lorenzo proseguisse gli studi. Così, con gli immancabili sacrifici della famiglia il novello sacerdote partì alla volta di Roma.

“Cio” Tassi, don Lorenzo Piagneri e il maestro Armanini

Qui ha frequentato il Pontificio Istituto Biblico ottenendo una laurea ed una licenza in Sacra Scrittura. Il padre gesuita Carlo Maria Martini, futuro cardinale, è suo insegnante. Rientrato in diocesi, don Lorenzo inizia l’insegnamento al Liceo Vescovile, incarico che manterrà per oltre quarant’anni. Nel frattempo ottiene la laurea in Storia e Filosofia all’università di Genova ed alterna momenti di vita contadina presso la famiglia a periodi di studio estivo in Germania.
Nel 1973 la nomina a parroco di Arzengio e nel 1983 di Ceretoli. Nel 1994 è nominato rettore del Santuario della SS. Annunziata ed arciprete della Pieve di Urceola-Saliceto. In seguito la nomina a Canonico Teologo del Capitolo della Cattedrale di Pontremoli. Se fin qui abbiamo detto dei titoli accademici e degli incarichi, ora è il momento di parlare del nostro “don Lo”.

Il parroco della Pieve di Saliceto, don Lorenzo Piagneri, nel corso della presentazione (foto Walter Massari)

Quello che ha cresciuto generazioni di ragazzi e che, come amico sincero, partecipa a tutti i funerali della zona, quello che taglia corto nelle omelie domenicali nonostante con esse infonda “pillole” di cultura, storia, proverbi e religione. Il don Lorenzo sempre con le tasche vuote perché dalla parte dei più bisognosi, l’apicultore, l’amante della montagna, l’appassionato di caccia, l’aiutante di molti amici missionari in Africa, il sapiente narratore delle vicende legate alla strada del Cirone e l’appassionato degli Scaleri, l’esperto in arti, muratura ed elettricità.
Il nostro don Lorenzo si può definire l’insegnante sempre amorevole e il parroco che ha sempre avuto in sé “l’odore delle pecore”, anche quando questo termine non era ancora di moda. Insomma un prete con la “P” maiuscola che, con una pacca sulla spalla, sarebbe forse capace di fare una battuta ironica o di raccontare una barzelletta persino a nostro Signore!
Allora, arissimo don Lorenzo, per tutto questo, per i legami personali, per l’amicizia che nutre con ognuno ci permetta di farle le nostre congratulazioni per questo felice anniversario, raggiunto attraverso la Grazia e la Benedizione del Signore.
Non possiamo che dirle il nostro grazie per quello che sei stato, che sei, che sarai sempre: prete, padre, pastore. Auguri di cuore.

(Fabio Venturini)