Don Maurizio Manganelli neo direttore della Caritas

Il parroco di San Pio X a Massa succede ad Almo Puntoni. “La carità è un dovere di ogni battezzato”

Don Maurizio Manganelli

Dal 1° luglio don Maurizio Manganelli, parroco di San Pio X a Massa, già vicedirettore, ha assunto l’incarico di direttore della Caritas diocesana, raccogliendo l’eredità del prof. Almo Puntoni.
Don Manganelli è una personalità di rilievo nella nostra comunità, stimato per la sua dedizione verso chi si trova in condizioni di necessità. La sua visione e il suo impegno sono orientati al servizio degli altri, secondo i valori del Vangelo e della Dottrina Sociale.

Quali sono i primi passi che intende intraprendere nel suo nuovo ruolo?
“Continuità, è questa la parola che mi risuona nella mente – spiega don Maurizio – Sicuramente porteremo avanti il percorso che Caritas ha intrapreso: questi ultimi anni in particolare sono stati di crescita e in questo ha svolto un ruolo chiave Almo Puntoni; ritengo che la nostra diocesi debba molto al suo lavoro. Ci sono progetti aperti: il Centro delle povertà di Pontremoli e la riapertura della Casa di Accoglienza “la Lugnola”; a ciò si aggiunge l’ordinarietà degli altri centri e servizi Caritas: la casa di accoglienza di Via Godola, i Centri vicariali della Carità di Massa, Carrara ed Aulla, l’Armadio solidale appena inaugurato a Massa e le attività della pastorale carceraria”.

I volontari hanno un ruolo centrale: come intende motivarli e valorizzarli?
“Affinché l’esperienza di volontariato possa essere propositiva e il servizio risulti efficace è necessaria la formazione. A ciò si aggiunge la necessità di inserire il volontario in una rete virtuosa: un volontario deve infatti avere la consapevolezza che non è mai solo a prestare servizio”. Come collaborare con le parrocchie per integrare le attività caritative nella vita della diocesi? “Nel sistema Caritas le parrocchie sono una parte fondamentale. Chi ha bisogno sa che in una chiesa parrocchiale, oltre al parroco, può trovare persone disposte a spendersi affinché nessuno si senta solo ad affrontare le difficoltà della vita. Le Caritas parrocchiali, quindi, sono fondamentali per consentire alla Chiesa di fare carità ed arrivare anche nelle periferie”.

Come si propone di coinvolgere i giovani?
“Quest’anno abbiamo rinnovato l’esperienza dei campi estivi di servizio: in luglio in collaborazione con la Pastorale Giovanile e l’Ufficio Scuola diocesano, porteremo circa venti giovani all’Arsenale della Pace a Torino. Sempre in collaborazione con gli stessi uffici durante l’anno scolastico abbiamo lanciato un progetto con le scuole chiamato ‘Ed io avrò cura di te’ dove i giovani hanno potuto visitare i nostri centri Caritas e scoprire il volontariato in carcere. Progetti che ripeteremo perché fanno parte del nostro impegno di sensibilizzazione e formazione. Quest’anno inizierà anche il servizio civile regionale e universale. Durante l’estate, inoltre, sarà pubblicato il bando per il nuovo animatore di comunità di Progetto Policoro, un’esperienza portata avanti con la Pastorale Giovanile e la Pastorale Sociale e del Lavoro, per promuovere una nuova cultura del lavoro, accompagnando i giovani nella ricerca e nella realizzazione della propria vocazione lavorativa”.

Quali metodi utilizzerà per mantenere informata la comunità sul lavoro della Caritas?
“È essenziale che la comunità cristiana e la società in generale, sia informata sulle azioni caritative che la Chiesa svolge nel territorio della Diocesi. È il primo passo verso la partecipazione attiva, in modo che ciascuno possa sentirsi coinvolto. La carità non deve essere mai considerata una responsabilità da affidare ad altri, ma è un dovere di ogni battezzato”.