La pace è la nostra priorità
A sostegno della pace in piazza San Pietro a Roma (Foto Vatican Media/SIR)

Il conflitto è inevitabile, armarsi è una priorità, i “civili” devono essere preparati alla guerra, la pace non si costruisce con i buoni sentimenti e con le belle parole ma con la deterrenza: l’Europa, i suoi leader, ogni giorno di più, stanno comunicando all’opinione pubblica che la guerra è scritta in modo chiaro nelle loro agende. E “prepararsi alla guerra” è la priorità pubblica dei Ceo delle grandi industrie belliche, comprese quelle italiane, che al solo dettare la dichiarazione hanno ottenuto un rialzo dei loro titoli azionari. In questo dramma politico e culturale, solo la Chiesa sta tentando di opporre alla follia della guerra un messaggio fondato su pace e ragionevolezza. Pagando a caro prezzo questa sua presa di posizione, come hanno dimostrato le strumentalizzazioni della “bandiera bianca” del Papa. In questa voglia di conflitto, Papa Francesco nelle meditazioni per la via crucis del venerdì santo ha espresso la sua angoscia per le vittime della “follia della guerra” e nel giorno di Pasqua ha parlato di “macigni della morte” rinvenibili “in tutti gli aneliti di pace spezzati dalla crudeltà dell’odio e dalla ferocia della guerra”. Il Cardinale Zuppi e l’arcivescovo Baturi, presidente e segretario generale della Cei, nel loro messaggio per la Pasqua, hanno scritto “non possiamo abituarci alla guerra, ai combattimenti che non risparmiano deboli e innocenti, soprattutto i bambini: dovremmo sempre guardare attraverso le loro lacrime, attraverso il pianto dei più piccoli. È da lì che capiamo tutto l’orrore e la violenza della guerra, dell’ingiustizia e quanto questo sia inaccettabile”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Il Custode del Sacro Convento di San Francesco in Assisi, fra’ Marco Moroni ha dichiarato “è ora che ognuno da una parte o dall’altra, in ogni conflitto che ancora insanguina il mondo, compia il gesto più onorevole, coraggioso e audace: fermarsi. Perché siamo, grazie alle piaghe del Risorto, un’unica famiglia, fratelli e sorelle”. Ed è anche il laicato organizzato a dire che “La pace è la nostra priorità”. In un messaggio congiunto, Azione Cattolica, Acli, Agesci, Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari e Pax Christi affermano che “la pace è l’urgenza del Risorto. Non possiamo accettare che solo la guerra sia la soluzione dei conflitti. Ripudiarla significa arrestarne la progressione. A cominciare dall’aumento sconsiderato della produzione di armi, a discapito di vere politiche di sviluppo. Osare la pace significa scegliere politiche di disarmo, nucleare e no”. Guerra e pace saranno i grandi temi del confronto europeo che sfocerà tra due mesi nelle elezioni per il nuovo Parlamento. È auspicabile che nuove voci si levino contro la deriva bellicista dei governi europei. Ma per ora, a proporre alla società italiana una non ambigua via di pace sono solo i cattolici.

(Davide Tondani)