Si è tenuto sabato 13 maggio un incontro culturale
Forse non ci rendiamo conto, pur vivendoci in mezzo, di quanto sia stata intensa la devozione alla Madonna nel nostro territorio. La conferenza tenuta con gradimento di numeroso pubblico il 13 maggio alle Stanze della Rosa lo ha evidenziato con le relazioni di tre relatori.
Luciano Bertocchi ha proposto tra le icone di Maria madre di Dio, indicatrice della via, regina di umiltà e misericordia, quella di Madonna del latte, è la mamma che allatta Gesù, offrendogli il suo seno scoperto, prima dei divieti un po’ pruriginosi stabiliti nel 1563 alla chiusura del Concilio di Trento; le immagini non furono distrutte ma presero altra denominazione. Tante immagini in Toscana e tre a Pontremoli.
A S. Giacomo d’Altopascio dietro una grata è visibile la rinominata Madonna del Soccorso, affresco databile inizi del Quattrocento della Virgo lactans esterno alla parete di sinistra della chiesa nel corridoio dell’ex-ospedale dei cavalieri del Tau.
Nell’oratorio di Nostra Donna o di Madonna della Neve, in nicchia aperta sopra l’altar maggiore, è collocato un piccolo quadro a fresco di Maria in umiltà che allatta; prima stava a protezione sulle mura del Castelnuovo.
Terza immagine sta in una tela molto deteriorata un tempo in un altare della parrocchiale di Mignegno, è detta Madonna della Stella, sta in trono su un cuscino di nuvole, con la mano destra tiene il libro della Sapienza e con la sinistra sostiene il Bimbo che prende il latte dal seno che esce dal taglio del vestito tipico delle lattanti. Ai lati sono i Santi Giuseppe e Antonio da Padova. La tela ha bisogno di nuovo restauro dopo quello finanziato nel 1727 dalla famiglia Matteo Pinotti.
Altre scoperte di Virgo lactans sono a Moncigoli, a Mulazzo affiorate durante lavori di ristrutturazione di un ex-oratorio, in una maestà marmorea.
Don Lorenzo Piagneri ha fatto luce sulla spiritualità che ha guidato con fiducia i nostri antenati, testimoniata dalle numerose chiese, immagini e feste presenti nel ventaglio di paesi e di sentieri che dal crinale appenninico convergono al nodo di Pontremoli.
Titolari i Santi ma spesso le chiese e gli oratori sono dedicati alla Madonna, soprattutto l’Assunta (a Pracchiola, Mignegno, Collegiata di Pontremoli, Cavezzana Gordana).
Attenzione speciale è stata per il complesso della chiesa e convento dei Padri Agostiniani della Congregazione della Lombardia alla SS. Annunziata, diventata parrocchia autonoma dalla Pieve di Saliceto nel 1804. Prima sorse la chiesa di San Martino poi detta di S. Lazzaro con ospedale e lebbrosario. Sorse nel 1471 per il fervore che venne da apparizioni della Vergine presso il ponte ad una pastorella di Torrano.
A spese della comunità fu iniziata la costruzione della chiesa e del convento tra il 1474 e il 1480 sotto la direzione di Martino da Lugano. Consacrata nel 1524, la chiesa contiene opere bellissime e il tempietto con all’interno l’immagine a fresco dell’Annunciazione, in marmo attribuito a Sansovino o forse all’allievo Tribolo, a pianta ottagonale come simbolo dell’eternità.
Don Lorenzo ha ampliato il suo intervento con lettura di grandi poesie dedicate a Maria: la lauda drammatica di Iacopone da Todi (sec. XIII) attraverso le “stazioni” della via Crucis dice il dolore disperato di Maria e di ogni madre che vede morire senza colpa il suo figlio. La più sublime poesia mariana è la preghiera rivolta a Maria da S. Bernardo perché aiuti Dante alla suprema visione di Dio. In una sequenza di ossimori Maria unisce i contrari: è vergine e madre, figlia e madre, umile e alta, premurosa nel dare aiuto a chi chiede e ancor meglio prevede i bisogni dell’umanità.
La dimensione di Maria madre di buon consiglio e consolatrice è espressa anche in una poesia di don Emilio Cavalieri, nostro (nato a Groppodalosio) sacerdote grande per magistero e cultura.
Paolo Lapi ha concluso l’incontro con citazioni da documenti d’archivio sulle chiese di Pontremoli, in particolare San Niccolò, San Geminiano collegiata che passò poi il titolo alla nuova chiesa eretta dopo il voto del 1622 e diventata la cattedrale di S. Maria Assunta, San Colombano e San Francesco.
A S. Cristina c’è devozione alla Madonna dell’Aiuto, a san Pietro c’era una Madonna del riscatto non reperibile. Ha dato rilievo alle Confraternite che coi loro massari governavano le feste e le offerte, collaboravano ma anche avevano momenti di conflitto; richiami interessanti li ha fatti per i tanti ordini monastici presenti a Pontremoli.
Maria Luisa Simoncelli