Correvano insieme tutti e due

Domenica 9 aprile – Pasqua di Risurrezione
(At 10,34.37-43; Col 3,1-4; Gv 20,1-9)

Accanto al sepolcro vuoto invano veglia il custode. E noi, siamo custodi di un sepolcro vuoto o testimoni di un vivente? Siamo custodi della cenere o portatori di un fuoco acceso?
1. Non sappiamo dove lo hanno posto. Tra la morte di Gesù e l’inizio della vita della Chiesa c’è un anello di congiunzione sul quale spesso si sorvola: è il ministero della Maddalena e delle altre donne, chiamate ‘pie’, ma che bisognerebbe chiamare ‘donne coraggio’. Esse sono presenti quando Gesù muore, vivono con ansia l’attesa di onorarlo nella tomba, e appena finito il riposo sabbatico, quando era ancora buio, corrono al sepolcro. Gesù ricambia questo zelo con una prima apparizione alle donne, come leggiamo nel vangelo secondo Matteo, e poi con una apparizione particolare alla Maddalena. In quel mattino del primo giorno della settimana, dopo che tutti se ne sono andati perché ritenevano tutto finito con il Venerdì Santo, lei resta, perché non era interessata ai sogni di gloria e di ricchezza, lei amava Gesù e ora aveva perduto tutto, anche il cadavere, e piange. Gesù la chiama, la sveglia da un sogno, da un passato tenero ma che non era tutta la maniera di amare Colui che stava per tornare da dove era venuto. Quando infine ha ritrovato Gesù, vorrebbe trattenerlo, ma non le è permesso, perché la fede non è soltanto un incontro confidenziale a due, ma è l’affidarsi al Signore. Dobbiamo uscire dai nostri bisogni affettivi sempre un po’ egoistici e andare non verso la tenerezza, ma verso la volontà del Signore che ci chiama e ci manda per la sua missione.
2. Entrò anche l’altro discepolo. Di fronte ai teli della sepoltura, posati là intatti ma vuoti, il discepolo che accompagnava Simon Pietro è convinto d’essere testimone di un fenomeno straordinario, sconvolgente, unico e soprannaturale. Ha compreso che Gesù misteriosamente è uscito vincitore dai vincoli della morte ed è entrato nella gloria di Dio. Il corpo di Gesù non è stato come quello di Lazzaro che era uscito dal sepolcro avvolto nelle bende, il corpo di Gesù sfugge alle leggi del mondo, si è come vaporizzato passando dall’altra parte del tempo e lasciando i lini intatti.
3. Vide e credette. Di fronte alla costatazione della tomba vuota e delle bende intatte, si ferma la storia e comincia la fede, che è un cammino molto personale. Il discepolo che Gesù amava arriva per primo alla fede: forse chi ama di più ha un percorso privilegiato, gli altri arrivano dopo, con calma, attraverso visioni o testimonianze. Per tutti la fede è una conquista che si confronta sempre con l’incredulità e matura passando anche attraverso situazioni difficili. A Dio non si arriva con la supponenza dell’intellettuale, ma con un atto di profonda umiltà che ci fa aprire gli occhi sulla presenza di un Dio che cammina con noi sulle strade del mondo. Quando la fede è maturata dentro di noi, diventa contagiosa per gli altri.

† Alberto