Se predomina consumismo e capitale finanziario è guerra, fame e morte

Soffre tutto il genere umano e l’ambiente naturale Una condizione oggi evidente non solo in Africa e in Ucraina

Dar da mangiare agli affamati è una delle opere di misericordia a cui la pratica di vita cristiana esorta, come pure l’età classica, l’islam, che mette l’elemosina fra i 5 suoi pilastri e altre culture. I romani crearono l’annona (da annus), ufficio pubblico che assicurava i rifornimenti ai proletari senza lavoro, controllava i prezzi e requisiva i viveri. Il Medioevo ebbe una forma minima di previdenza sociale con l’uso di terre comuni, diritto di spigolatura e altro.
Le cose cambiano con l’economia capitalistica dell’età moderna: il lavoratore diventa un proletario che per definizione possiede solo la prole e le braccia da lavoro vendute a un padrone che ha investito capitali per produrre per sé un plusvalore da reinvestire per produrre altra ricchezza, nell’illusione di un progresso illimitato.
Questo cenno storico per segnalare gli eccessi e i pericoli gravi provocati dalla corsa sfrenata all’arricchimento sfruttando il lavoratore e depredando la natura. Il rapido degrado dei suoli agricoli per eccesso di produttività, le nocive massicce emissioni nell’atmosfera insieme alle guerre hanno rotto gli equilibri della fisica terrestre e provocato scandalose sperequazioni tra chi ha troppi soldi e troppo cibo (e lo spreca e anche ci muore) e chi non ne ha per niente e se può migra verso il mondo sazio. L’Africa, ricca di materie prime di altissimo valore economico, continua ad essere sfruttata, dopo il colonialismo europeo oggi da quello cinese, russo, turco e americano.
Lo ha ben capito il papa nella visita pastorale di questi giorni nel Congo: “via le mani dall’Africa” il forte ammonimento etico e di alta politica rivolto a chi alimenta guerre civili, vende armi pagate in natura, minerali e terre: fa strage di donne violate e bimbi; si è costruito un circuito perverso di guerre, distruzione delle risorse, cambiamenti climatici; muoiono piante, animali e uomini, bambini soprattutto. In aiuto poco o niente vengono gli uomini del potere, africani e del mondo ricco, che mal gradisce i migranti e arriva a catalogare reato o quasi il soccorso in mare delle ong. L’aiuto maggiore viene da associazioni umanitarie private, sensibili concretamente alle sofferenze dei poveri.
Non solo l’Africa, specialmente quella del Sahel e del Corno d’Africa, ha bisogno di avere cibo, è esplosa la guerra anche in Europa, causata dalle ambizioni di potere di un autoritario capo politico che ha invaso l‘Ucraina, l’ha obbligata a resistere con armi e soldati contro la sua nuova strategia di guerra che fa bersaglio anche sui civili, sulle case e infrastrutture, sta mettendo milioni di persone alla fame, blocca i commerci e le pratiche agricole minando i campi. C’è sempre chi se la cava meglio, per le condizioni sue di partenza o con le pratiche egoistiche e speculative del mercato nero, così sarà anche nell’Ucraina devastata, ma i più soffrono terribilmente, i soldati al fronte e anziani, donne, bimbi a casa.
Difficile emigrare qui, come in altre terre del mondo, i confini sono diventati muri materiali. L’Ue, Regno Unito e Stati Uniti mandano armi, è necessario per salvarci tutti insieme all’Ucraina. Il Consiglio d’Europa ha stanziato 485 milioni per gli ucraini per provvedere ai beni essenziali; ma cibo, generatori di energia, vestiario e farmaci sono portati in modo più rilevante dai volontari, la parte di umanità solidale su cui vogliamo e dobbiamo sperare. Sono i giovani a scuotere i poteri indifferenti o inadeguati e propongono la Resilienza, vocabolo latino (da “salio”= io (ri)salto su) che comporta affermare sul serio il capitale ecologico al posto di quello finanziario e consumistico, la rigenerazione urgente della biosfera e di tutto l’ambiente naturale e tenere lo sguardo lungo sul futuro nella terza rivoluzione industriale, quella digitale dopo la meccanica e a vapore.

MLS