Veniva nel mondo la luce vera

Domenica 25 dicembre – Natale del Signore
(Is 52,7-10 – Eb 1,1-6 – Gv 1,1-18)

Natale: festa della luce che rischiara le tenebre e dona speranza ai nostri cuori.
1. La luce splende nelle tenebre. La luce che proviene dall’alto illumina ogni uomo con una sapienza che non è fatta di calcoli umani, ma è una sapienza da accogliere nella fede, perché, come dice il Concilio, “Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. Cristo rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione” (GS 22). Purtroppo la grazia divina si scontra con la resistenza umana, non solo nella società ma anche nell’intimo di ciascuno. La fede e l’incredulità, uomo nuovo e uomo vecchio, abitano nello stesso cuore.
2. Le tenebre non l’hanno vinta. Prendendo atto che la luce splende nelle tenebre, i cristiani ogni mattina ravvivano la speranza alzando gli occhi verso oriente, dove sorge il sole, per essere illuminati in se stessi e per irradiare attorno come uno specchio la luce che viene dall’alto. Noi non proiettiamo le nostre fantasie, ma ci mettiamo in ascolto degli appelli dello Spirito prima di andare incontro alle attese degli uomini. In questo momento particolare la Chiesa ha bisogno di uomini che accolgano la beatitudine di vivere di fede e che ne abbiamo una consapevolezza motivata, in modo da poter aprire il cuore degli altri uomini e illuminare la loro mente. Soltanto attraverso uomini toccati e illuminati nel cuore da Dio, Dio può far ritorno presso gli altri uomini. La luce vince le tenebre quando il cristiano vive di fede, speranza e carità, ne scopre le motivazioni religiose e culturali per essere in grado di darne ragione: “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”, come leggiamo nella Prima Lettera di Pietro. Per essere illuminati è necessario elevare la mente verso le cose dello spirito e ricostruire una cultura di fraterna solidarietà perché partecipe dell’amore di Dio.
3. Auguri natalizi. Carissimi lettori, il Natale ci ricorda che il Figlio di Dio è entrato nella nostra storia e l’ha divisa in due parti: prima di Cristo e dopo Cristo. Nel cammino della vita abbiamo una buona compagnia nella presenza di Dio che entra nella nostra storia come piccolo bambino indifeso e bisognoso di tutto. Questo fatto ridimensiona i nostri sogni di grandezza e ci mette in guardia da qualsiasi forma di catastrofismo: “Riconosci o cristiano la tua dignità, e reso partecipe della natura divina, non tornare all’abiezione di un tempo”, leggiamo nell’Ufficio delle Letture. Colui che è nato in una grotta e fu disteso in una mangiatoia, Cristo vero Dio, Lui che è buono e amico degli uomini faccia splendere sopra di noi la luce del suo volto, affinché le nostre scelte di vita siano degne del mistero che ci ha rivelato. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

† Alberto