Esigente è l’amore

Domenica 4 settembre – XXIII del tempo ordinario
(Sap 9,13-18 – Fm 1,9-10.12-17 – Lc 14,25-33)

Mettiamoci in cammino anche noi con la folla che sta seguendo Gesù. Sentiamo sulla nostra pelle l’entusiasmo che si respira, la speranza di aver trovato finalmente un maestro credibile, lasciamoci trasportare dalla forza di corpi che si muovono allo stesso ritmo… ma lasciamoci anche trafiggere da quel preciso momento, quando tutto sembra fermarsi, incepparsi per una decisione improvvisa dello stesso maestro che si ferma, si volta e, guardandoci diritto negli occhi, ci gela con parole che non avremmo mai voluto sentire, una frase capace di spegnere anche il più caldo degli entusiasmi, parole durissime: se uno viene a me e non mi ama più di suo padre, di sua madre… non può essere mio discepolo. Nessuno, davvero nessuno, è più in grado di muovere un solo muscolo del proprio corpo. E lo stupore a diventare presto rabbia: perché Signore vuoi mandarci via? Perché non hai comprensione? Perché decidere logiche impossibili? Nessuno può amare un uomo che quasi nemmeno conosce più di quanto ami ciò che è sangue del proprio sangue, carne dello stesso corpo. Perché uccidere con uno sguardo i nostri tentativi di sequela? Parchè uccidere speranze ancora così acerbe? Perché?
Occorre resistere, innanzitutto resistere, alla tentazione legittima di andarsene. Occorre resistere e resistere ancora, alla tentazione di credere di non potercela fare, occorre fermarsi e cercare di comprendere. Che Gesù parla dell’Amore. E se le sue parole sono così esigenti è solo perché l’Amore o è esigente o non è. L’amore si moltiplica senza consumarsi ma non concede divisioni, l’amore è totalizzante. L’Amore è follia che brucia nelle vene e vuole tutto, semplicemente e drammaticamente tutto. E allora cominciamo a capire quelle parole, Gesù le pronuncia per aprirci gli occhi: l’amore è esigente, l’amore che propone è talmente profondo da chiederci tutto. Dobbiamo saperlo. E allora, fermi, con i muscoli tirati in attesa di decisioni difficili da prendere cominciamo ad accorgerci che forse è proprio di quelle parole che avevamo sete e nostalgia, cominciamo (ancora confusamente) a renderci conto che noi quelle parole così taglienti era una vita che volevamo sentirle rivolte al nostro fragile cuore. In quel preciso momento ci scopriamo desiderio di amare in modo folle ed esigente, perché siamo stanchi Signore di perderci in amori facili, perché siamo stanchi della retorica, stanchi della banalità con cui viene dipinto l’amore umano. Avevamo bisogno di queste parole Signore, solo non avevamo più nemmeno il coraggio di sognarle, abbiamo bisogno Signore di un amore esigente anche se ci spaventa, perché l’amore spaventa, perché l’amore sconvolge.

don Alessandro Deho’