
Sarà comunque una siccità con un posto d’eccellenza negli annali, quella di giugno. Dopo la primavera più povera di pioggia degli ultimi 145 anni, sarebbe stato logico attendersi un giugno piovoso: e invece no, pure il mese che apre l’estate ha tenuto duro, quasi gliene tornasse chissà cosa a provare ad ergersi a giugno più arido in quel di Pontremoli dal 1877!
Diversi sono stati i tentativi di recare pioggia, lungo il mese, da parte di passaggi nuvolosi o di cumulonembi sviluppatisi in loco durante brevi parentesi instabili. Nulla da fare, l’esito è sempre stato ridicolo con accumuli (ironico definirli così) che solo in un caso hanno superato un paio di mm.
La settimana in esame, avviatasi martedì 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, si è distinta per maggiore nuvolosità (specie mercoledì 22), vivacissima ventilazione e temperature un po’ più contenute fino a sabato 25. Quasi ogni giorno, gocciolate (ricche di polvere sahariana) o brevi pioviggini hanno cercato di bagnare le strade. Modesti piovaschi e, localmente, qualche rovescio appena più sensibile (6 mm nel Ghiaione di Villafranca la sera di venerdì 24 intorno alle ore 21) hanno parzialmente interessato a macchia di leopardo la Lunigiana centro-orientale e la fascia collinare sub-litoranea.
Per domenica 26, erano attesi un deciso miglioramento e una ripresa dell’intenso caldo diurno dopo la frescura notturna, goduta fino alle prime ore del mattino. Il quadro previsto ha subìto una variazione di programma solo nel tardo pomeriggio, quando l’inopinato sviluppo di un cumulonembo sulla verticale di Pontremoli – nuvolone che si è portato rapidamente verso E-NE, sull’alta Val Parma – ha dispensato quattro tuoni e una lieve pioggerellina per 10 minuti, seguìta da schiarite e formazione di un bell’arcobaleno sopra il crinale appenninico tosco-emiliano. Un’occasione in più, neppure pronosticata, andata persa, mentre alle viste era l’annunciato lunedì rovente.
In effetti, pur non essendo stato infranto alcun record nel nostro territorio, la canicola del 27 si è rivelata tosta, accompagnata da grande secchezza dell’aria e una sorta di aerosol atmosferico – dovuto alla sospensione delle polveri strappate al deserto e trasportate fin quassù dalle correnti prevalenti da settimane – che ha reso il cielo di un colore indefinito, tra il lattiginoso e il giallognolo mattina e sera, virando nel pomeriggio al celeste sbiadito e opacissimo. La calura eccezionale, invece, ha determinato primati di temperatura massima assoluta per il mese di giugno sia a Firenze che a Roma – dove 40°C a inizio estate non erano mai stati raggiunti prima di quest’anno – e in altre città e località del Centro Italia, appena tre anni dopo la forte ondata torrida di fine giugno 2019. In quell’occasione, molti primati caddero, anche in Lunigiana, in tante regioni italiane e nazioni europee.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni