Si è tenuto a Pisa l’incontro della Pastorale familiare delle diocesi della costa nord-ovest della Toscana
“L’amore familiare, vocazione e via di santità” è stato il tema dell’itinerario interdiocesano, in occasione del X Incontro mondiale della famiglia, che ha coinvolto gli uffici di Pastorale familiare delle diocesi e che ha avuto il suo epilogo domenica 26 giugno nel duomo di Pisa. Soggetti promotori dell’evento l’Ufficio nazionale per la Pastorale della famiglia della Cei, il Forum nazionale delle Associazioni familiari e Rinnovamento nello Spirito Santo.
A causa di un problema di salute, Stella e Fausto Vannucci non erano presenti all’incontro: a nome della nostra Diocesi ha dato testimonianza di fede la famiglia Mondello, del cammino neocatecumenale. Sulle note dell’inno ufficiale del meeting mondiale “We believe in love”, le famiglie di Pisa, Lucca, Massa Carrara-Pontremoli, Pescia, San Miniato e Volterra si sono date convegno nella primaziale, a conclusione del “15° Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia”. Al termine del rosario meditato e delle testimonianze, l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, affiancato dai confratelli mons. Roberto Filippini (Pescia), mons. Andrea Migliavacca (San Miniato) e mons. Mario Vaccari (Massa Carrara-Pontremoli), ha presieduto la celebrazione eucaristica.
“Dietro la proposta di un evento come questo c’è un programma ecclesiale, c’è la missione di camminare insieme, nella logica della sinodalità, alla quale tutti siamo chiamati”, hanno introdotto l’evento i responsabili della Pastorale familiare, in sintonia con il “mandato” conferito da papa Francesco alle famiglie: “Agite come se tutto dipendesse da voi, sapendo che tutto va affidato a Dio. Siate voi a ‘cucire’ il tessuto della società e di una Chiesa sinodale che crea relazioni, moltiplicando l’amore e la vita”.
Le meditazioni dei misteri del rosario sono state rischiarate dalla luce di lampade portate dalle famiglie dal pergamo di Giovanni Pisano fino all’altare; l’ascolto della Parola invece è stato accompagnato dalle riflessioni dei concelebranti. “Gli sposi del Vangelo hanno invitato Gesù alle loro nozze e non hanno sbagliato”, ha commentato l’episodio delle nozze di Cana don Marek Labuc, direttore della Pastorale familiare di Lucca; “la presenza del Signore è la garanzia che il matrimonio trovi una nuova luce. Agli sposi che non hanno più amore, pazienza e fiducia, il Signore dice: portate queste mancanze da me e io le trasformerò nel vino dell’amore nuovo”.
Don Simone Meini, della Diocesi di San Miniato, ha invitato i presenti ad “essere segni eucaristici nella storia, nello spezzarci per gli altri”. Il nostro vescovo, fra’ Mario Vaccari, ha chiesto a Cristo di accogliere e riparare le ferite della famiglia umana: “I conflitti dei coniugi, le problematiche familiari, i figli vittime dei genitori, i figli non venuti alla luce a causa dell’aborto – esperienza comunque dolorosa – le difficoltà economiche, l’emigrazione e la guerra”. “Il Signore chiede proprio a noi, deboli e fragili, di farci apostoli e battezzare tutte le genti, ha commentato mons. Filippini. Ogni famiglia, chiesa missionaria, ‘battezzi’ chi incontra, immerga chi incontra nel mistero. Ma non basta. Aggiunge Gesù che bisogna diventare anche maestri: che il Vangelo sia al centro delle nostre case, per insegnare a praticarlo”.
“Per crescere un bambino ci vuole un villaggio”, recita il proverbio africano che Andrea e Valentina Bernardini, genitori di quattro figli, hanno citato per ricordare quanto sia importante il sostegno della comunità per ogni famiglia, di quanto ogni coppia abbia bisogno di una rete di relazioni per nutrire se stessa e così nutrire i propri figli. A conclusione del momento celebrativo l’assemblea ha recitato la preghiera ufficiale dell’incontro mondiale, in corso a Roma, per l’affidamento a Dio di tutte le famiglie.
Nell’omelia, l’arcivescovo Benotto ha espresso la gioia per l’incontro, “segno esplicito di un cammino di comunione che ci collega in maniera esplicita con il Papa”. Un incontro che è “anche l’occasione per far risplendere la bellezza della famiglia cristiana di fronte ad una cultura che relativizza e frantuma ogni relazione; un modo per affermare con vigore il mistero della chiamata all’amore nella fedeltà e nella stabilità di un patto di alleanza, che se ha sempre bisogno dell’aiuto di Dio, chiede pure il sostegno della fraternità, dell’amicizia e della simpatia dell’intera comunità”.
“Spesso – ha sottolineato – può assalirci un senso di scoraggiamento di fronte ai facili entusiasmi che con altrettanta facilità si spengono… la tentazione è quella di lasciar perdere o di assumere toni capaci solo di comunicare amarezza e scoraggiamento”. E invece “non c’è mai da perderci d’animo, bensì… c’è da calibrare in maniera più attenta e sicuramente più generosa il nostro impegno di servizio”.