Ora il dialetto di Arzengio ha il suo dizionario

Lo hanno realizzato Giancarlo Bianchi ed Enrico Pinotti con un lavoro di ricerca e trascrizione durato dieci anni

Panorama di Arzengio

C’è un intero mondo di cultura e tradizioni nel Dizionario dei termini dialettali di Arzengio in corso di diffusione in queste settimane e in attesa della presentazione programmata nei mesi estivi a Pontremoli. Bisogna subito rimarcare come, visto che le cose non si improvvisano mai, ci siano voluti più di dieci anni a Giancarlo Bianchi ed Enrico Pinotti per portare a termine il lungo e accurato lavoro prima di ricerca e poi di trascrizione della parlata in uso nella frazione alle porte di Pontremoli.
Nell’introduzione al volume di circa 300 pagine, gli autori spiegano di aver “deciso di scrivere questo dizionario il giorno in cui ci siamo accorti che alcune parole per definire questo o quell’oggetto non ci venivano più in mente”. Una necessità, dunque, dettata da quell’amore per la propria terra molto presente in coloro che hanno dovuto prendere la strada dell’emigrazione. Verso la Lombardia Enrico, nello spezzino Giancarlo: “raccogliere i termini dialettali era una necessità – spiegano – perché se avessimo aspettato ancora qualche giorno, probabilmente la sola memoria, di per sé, non ci avrebbe più aiutato”.
E’ un lavoro in divenire, perché la raccolta non si ferma, continua e ad ogni nuova edizione del libro ecco un puntuale aggiornamento di parole ed espressioni. E chi vorrà potrà continuare ad approfondire. “Temevamo davvero che questo grande patrimonio della nostra gente potesse perdersi – aggiunge Enrico Pinotti – perché noi ci sentiamo l’ultima generazione che ha parlato il dialetto fin dalla nascita e quindi toccava a noi la responsabilità di raccogliere e scrivere. Sono già troppe, infatti, le parole che non si usano più, dimenticate o desuete”. Tanti termini dialettali relativi al lavoro agricolo, ad esempio, o agli attrezzi e alle colture, si sono “estinti”: gli autori hanno cercato di recuperare quanto è stato loro possibile. Insomma “adesso o mai più” sembra poter essere il motto alla base di un lavoro certosino “consapevoli che il tempo non si può fermare, consapevoli che tutto è in evoluzione e quindi, per fortuna, anche il linguaggio”.
Un fissare sulla carta parole ed espressioni per strapparle all’oblìo, offrendo un contributo anche per rimediare a quel passato recente che ha relegato il dialetto ad un ambito di “non cultura” da dimenticare. Per divulgarla e far sì che sia meglio acquisita, la cultura del dialetto di Arzengio potrebbe essere raccolta registrando parole ed espressioni e rendendole disponibili all’ascolto, così da agevolarne la comprensione. Una iniziativa composita, senza scadenza, che potrà continuare nel tempo, che possa essere prezioso contributo “a favore della conoscenza e della consapevolezza. Perché l’essere consapevoli, lo sappiamo, ci aiuta anche nella vita di tutti i giorni”.
Il libro si può prenotare direttamente presso gli autori al n. 347.9927283 (Enrico). (p. biss.)