Tanto, alla fine, sbagliamo sempre

Domenica 27 marzo – IV di Quaresima
(Gs 5,9-12 – 2Cor 5,17-21 – Lc 15,1-3.11-32)

Tanto, alla fine, sbagliano tutti. Ma proprio tutti. Perché è una parabola e una parabola non è buon senso ma graffio alle orecchie, ferita sul cuore, scandalo per il pensiero. Sbagliano tutti perché è una parabola ma anche perché è la vita a essere così, non vince il buon senso, non vince la logica, non siamo esistenze composte ed educate. Siamo sempre figli e padri sbagliati: chiediamo eredità senza sapere dove andare, siamo padri senza autorità, figli che masticano rancore. Sbagliamo se ce ne andiamo, sbagliamo se restiamo, sbagliamo se facciamo festa. Sbagliamo se perdoniamo. Sbagliano i figli e sbaglia anche il padre, perché un padre sempre sbaglia. Esagerata la festa per il minore, in ritardo il cammino incontro al maggiore. Sbagliati i tempi, sbagliati i modi, che ne minano la credibilità e ne annientano l’autorevolezza. Anche lui senza finale, non risolve nulla. Solo svela, fa male, ma svela, perché questa è una parabola, parole senza garbo, svela ciò che la vita è: eredità dilapidate, pretese, concessioni, amori inaspettati, slanci di affetto, vuoti terribili, silenzi imbarazzati, inviti non ricevuti, rancori sopiti, gelosie, risentimenti, cammini interrotti, incomprensioni, fraternità amare, paternità goffe e libertà indesiderate. Sì, in fondo, la vita è una libertà indesiderata.
E forse sbaglia anche il padre ma sbaglia per eccesso di fiducia, per questa sua ossessione per la libertà. Concede libertà a figli che non vogliono smettere di essere schiavi. Il padre forse sbaglia, perché alla fine sbagliamo sempre tutti, ma lo fa per consegnare libertà. Anche al figlio maggiore “ciò che è mio è tuo”, invito ad uscire dalla logica del risarcimento, invito a prendere in mano la propria vita per iniziare a decidere, invito a smettere di attendere che altri risolvano la storia per noi.
Forse anche il padre sbaglia, forse esagera, la libertà è una distanza troppo grande per noi uomini. Ci leghiamo a qualsiasi cosa, immoliamo la vita, sacrifichiamo i sogni pur di non dover ammettere che questa distanza che abbiamo davanti altro non è che un deserto da attraversare, un esodo, una possibilità. L’unica che abbiamo per non morire da vittime. Forse sbaglia anche il padre ma se devo scegliere come sbagliare la vita, io vorrei sbagliare come lui: ossessionato dalla libertà.

don Alessandro Deho’