Siccità di marzo fino ai ‘giorni della vecchia’

Imperterrito e tenace, questo mese di marzo parrebbe intenzionato a chiudere senza aver prodotto una minima precipitazione in vaste aree del centro e nord Italia e, più in generale, limitandosi ad apporti scarsissimi anche in alcuni altri Paesi europei. Come si legge nelle previsioni che seguono, una probabilità di svolta si profila, forse, dal 29 in poi, e sarebbe la rivincita dei tre ‘giorni della vecchia’ (o del ‘pastore’, a seconda delle preferenze), come racconta una gustosa storiella popolare sull’arruffìo meteorologico con cui, non di rado, marzo si congeda prima di passare il testimone ad aprile.
Nonostante la stabilità atmosferica che lo ha segnato, né lo stato del cielo né l’eliofania si avviano a stabilire primati di sorta. I giorni sereni, infatti, sono stati poco più di quelli misti (10 a 8) e non sono mancati quelli in prevalenza coperti (4), seppure, purtroppo, privi di pioggia. Appare già improbabile, quindi, arrivare alle quasi 252 ore di sole che vanta il radiosissimo marzo 1997, durante il quale il cielo fu sereno per 19 giorni, misto per 8 e coperto nei restanti 4.
Anche solo uno scatto del pluviografo, magari dovuto al ripresentarsi di una condensa notturna abbondante, potrà invece impedire al marzo 2022 di posizionarsi al vertice dei suoi predecessori del 1929 e del 1948, rimasti completamente ‘al palo’. Tuttavia, la speranza è che la ripresa del flusso di perturbazioni atlantiche, a fine mese, possa cominciare a colmare il deficit idrometeorico stabilitosi a partire dal 25 febbraio, ormai quattro settimane fa, dopo un bimestre gennaio-febbraio che non era stato prodigo di eventi.
Le correnti dominanti da NE non hanno potuto far altro che recare le poche precipitazioni sul versante centrale adriatico e al sud della Penisola, con depressioni e precipitazioni frequenti sul Mediterraneo Orientale, il Mar di Levante e il Mar Egeo, nonché sulla Turchia, prediletta da una infinità di nevicate. Nubi, pioggia e neve non sono state avare sulla Penisola Iberica. Un imponente ‘carico’ di sabbia sahariana, strappata dai venti al deserto ha tinto di rosa e di colori giallastri le nevi dei Pirenei e di altri sistemi montuosi iberici.
Nel settore centrale europeo e mediterraneo, dunque anche a casa nostra, il dominio ‘monopolistico’ della tramontana si è tradotto in aria secca, talora pungente, ma con minore impatto di gelate notturne (riprese solo il 20 al ritorno del sereno e del quietarsi del vento nelle vallate), giacché il cielo si è presentato coperto nei giorni 16, 17 e 18. Il 16 è trascorso con debole ventilazione meridionale. Il 17 e il 18 la depressione sull’Iberia ha richiamato correnti sciroccali sul Mar Tirreno, mentre un travaso di aria ‘di sopra’, sorta di falsa tramontana, decisamente fresca, si è innescato sull’alta Toscana e sulla Liguria, come solitamente accade in situazioni simili. Foschie e aerosol dovuto alle polveri in sospensione nell’atmosfera per le motivazioni già esposte si sono mescolati rendendo la vista assai mediocre, specialmente giovedì 17.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni