
Massimo Gramellini è un giornalista, scrittore, conduttore televisivo ed apprezzato editorialista del Corriere della Sera. Torinese doc (è infatti nato nella città della Mole Antonelliana il 20 ottobre del 1960) è molto legato alla bella e generosa terra piemontese. Ha pubblicato diversi saggi e romanzi, vendendo milioni di copie, tradotti in vari Paesi.
Nel libro “C’era una volta adesso” (Ed. Longanesi, 2020) descrive una storia familiare realistica che appartiene un po’ a ciascuno di noi. La pandemia causata dal Covid 19, che pare non abbia affatto voglia di fare le valigie ed andarsene per sempre, ha costretto il mondo ad adottare misure restrittive che hanno particolarmente inciso sulla nostra vita, con importanti risvolti a livello economico e psicologico. Ciò ha inevitabilmente stravolto progetti di vita, libertà personali e sociali, interrompendo il modo consueto di vivere. Ci è stato chiesto di chiuderci in casa e ci siamo sentiti “soldati” in difesa della Patria, con i balconi al posto delle trincee.
Abbiamo vissuto lo scoraggiamento, il disincanto, la fatica, la solitudine e persino l’amarezza conformista, che toglie la speranza, ha potuto impossessarsi dei nostri sguardi. Fortunatamente in un mare di guai abbiamo apprezzato il valore della solidarietà. La forzata reclusione ha messo in luce anche i rapporti sfilacciati di famiglie problematiche.
Proprio per questo, il protagonista del libro, Mattia si pone insistentemente una domanda “Cosa racconteremo di noi, relativamente al periodo del coronavirus, ai nostri nipoti?”. Ed allora decide di iniziare il racconto dalla primavera dei suoi nove anni, ossia dal 2020, quando all’improvviso si ritrova a trascorrere le giornate, prima dense di impegni, nel piccolo mondo di un condominio di “Ringhiera” scontrandosi con quel padre che si è scordato di lui, abbandonandolo alla tenerissima età di tre anni. Momento delicato dell’esistenza in cui i bambini hanno bisogno di entrambi i genitori, come dell’aria, per crescere in armonia con se stessi e con gli altri.
Un padre che, forse, non è cresciuto con la giusta maturità che richiede sentimenti robusti e coriacea affettività per legami duraturi. Un genitore non si può inventare, né sostituire per cui troppi bimbi vivono il dramma della separazione crescendo insicuri e, spesso, fragili. Mattia, per fortuna, non si perde d’animo. Mentre la mamma è impegnata in mille cose, lui può contare sulla nonna Gemma. Con lei può abbassare le difese del silenzio e “uscire dal guscio” perché il suo guscio rimane lei. Una nonna ricca di saggezza, appresa dai libri, dalla natura, in primis, dalla vita.
Accanto a Mattia anche una sorella ribelle, Rossana, ribattezzata “Ross” che, nonostante le contraddizioni, è molto legata al fratellino. Sarà proprio grazie a codeste presenze importanti che Mattia scoprirà che crescere, diventare grandi, volare nel cielo della vita, vuol dire anche fidarsi degli altri. Il linguaggio chiaro e scorrevole coinvolge i lettori, i quali scoprono la naturale empatia dell’autore che ha la capacità di porsi, in modo immediato, nello stato d’animo di un’altra persona.
Insomma 277 pagine intrise di sentimenti, legati dalla speranza e dalla scoperta di potersi reinventare. Senza cedere al pessimismo, o peggio, alla depressione. Perché la vita, se sappiamo sorriderle, ci sorprende. Sempre.
Ivana Fornesi