
Un’enclave occidentale dentro la Germania dell’Est. La guerra fredda era al massimo della tensione
Chi ha un po’ di decenni sulle spalle ricorda benissimo lo sgomento nell’apprendere la mattina del 13 agosto 1961 l’inquietante notizia che nella notte la porta di Brandeburgo, monumento simbolo di Berlino, non era più passaggio ma muro. La Germania era spezzata in due Stati e Berlino Ovest era una “enclave” dentro la DDR divisa in quattro parti, come se fosse una torta, tra i vincitori: la “fetta” americana, inglese e francese era Berlino Ovest, la “fetta” sovietica era Berlino Est di fatto capitale della DDR (Deutsche Demokratische Republik).
La città mostrava concretamente lo scontro, che chiamiamo guerra fredda, tra i due modelli politici, economici e culturali dominanti nel mondo. I tedeschi della parte orientale vedevano che a Berlino Ovest il marco valeva molto di più, c’erano le libertà politiche e culturali proprie della democrazia e sempre più la sceglievano per abitarvi o per collegarsi alla Germania federale per due corridoi aerei e uno autostradale senza uscite intermedie.
L’idea di fermare l’esodo fu quella di costruire un muro materiale, il primo in età contemporanea, poi ne verranno altri a dividere, non a proteggere. La scheda “anagrafica” del muro porta questi dati:, interno alla città è lungo Km. 43,10, esteso a tutto il confine con la Germania Ovest fino al mar Baltico a nord e la Repubblica Ceca a sud diventò lungo km. 155; scavo di fondamento m.2,10, doppio con intermedia terra di nessuno larga fino a m.4, alto m.3,60, tutto con filo spinato e contatti elettrici e segnali e torri di osservazione, 20 bunker e 259 postazioni. La durata va dal 13 agosto 1961 al 9 novembre 1989.
Superstiti come memoria storica sono due brevi tratti. Uno presso il “Museo per la pace nella libertà” che raccoglie ogni memoria e testimonianze di personalità importanti; l’altro tratto di muro conservato raccoglie pitture e parole dei visitatori.
Tanta barriera non scoraggiò molti che volevano fuggire all’Ovest, i tentativi effettuati furono 5.075, le vittime a Berlino furono 245 e in totale da tutta la DDR 1347, i feriti e arrestati 574 nella capitale. Al confine del Checkpoint Charlie, punto focale della guerra fredda, là dove la divisione mondiale tra blocco sovietico e americano si fronteggiavano, una linea bianca divideva le due zone, le finestre delle case rimangono ancora oggi murate a testimoniare la sofferenza di famiglie che resteranno separate a lungo. Proprio a ridosso fu subito nel 1962 allestito un museo segreto che andò per 28 anni ingrandendosi per conservare i documenti, gli oggetti dei soprusi e degli espedienti messi in atto per fuggire all’Ovest da tutta la DDR: mongolfiere, seggiovie, un sottomarino, come nascondiglio la cavità del motore automobilistico, la borsa della spesa con dentro un neonato!
(m.l.s.)