
Una iniziativa del Forum delle associazioni familiari per guardare al futuro del Paese
Papa Francesco aprirà, venerdì 14 maggio, presso il Foyer dell’Auditorium della Conciliazione a Roma, la prima edizione degli Stati generali della natalità: un “grande meeting dedicato al futuro della demografia in Italia, che intende lanciare un appello alla corresponsabilità per far ripartire il Paese a partire da nuove nascite”.
Così lo ha definito il Forum delle associazioni familiari che, nella persona del presidente nazionale, Gigi De Palo, ha convocato l’assise, con l’intenzione manifesta di “mettere attorno a un tavolo le istituzioni, le imprese, i media e il mondo della cultura per approfondire la sfida dell’inverno demografico e sollecitare una nuova narrazione sul tema della natalità”.
Dopo l’intervento del Santo Padre e delle autorità, il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo presenterà dati inediti e proiezioni sulla natalità in Italia nei prossimi decenni. Seguiranno tre tavoli tematici: uno dedicato al mondo delle imprese, uno alle banche e alle assicurazioni, uno al mondo dei media, sport e spettacolo.
“La natalità, spiega De Paolo al Sir, è la nuova questione sociale e l’Italia la sta sottovalutando”. Al massimo, aggiunge, “quando esce un comunicato dell’Istat sul calo delle nascite, tutti si rammaricano, ma finisce tutto lì, mentre invece è un tema che ha a che fare con tutto il Sistema Paese”.
Da qui l’idea di proporre una riflessione sul tema che vada oltre il mondo della politica e dell’associazionismo, cercando di intavolare un confronto serio con il mondo delle imprese, delle banche, delle assicurazioni, dei media, dello sport. Per questo saranno presenti personaggi che fanno riferimento a tutti quegli ambiti.
“Sarà una mattinata, è l’auspicio del presidente, per provare raccontare perché l’Italia deve tornare a fare figli. All’evento è invitato anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Ci sono diverse idee sbagliate sulla natalità che bisogna sfatare. Non si tratta di una questione solo culturale: ci sono Paesi, dove c’è un’attenzione culturale alla famiglia inferiore alla nostra, nei quali aumentano le nascite, come in Germania. La questione non riguarda solo chi ha figli, perché la vita e le libertà di un single senza figli sono collegate anche a chi fa i figli perché le pensioni e il sistema sanitario sono sostenuti da chi lavora, ma se non ci sono figli chi lavorerà in futuro?
Altra idea da sfatare è il fatto che nel mondo siamo troppi e allora non dobbiamo investire sulla natalità in Italia: non solo nel mondo si stanno riducendo le nascite, ma soprattutto in Occidente senza una ripartenza della natalità crolla tutto il sistema. In Italia è necessaria questa sostenibilità intergenerazionale, altrimenti in un Paese costituito soprattutto da anziani i pochi giovani resteranno schiacciati.