
Cafiero de Raho: più che mai necessari i controlli sulle infiltrazioni

Questo anno di Covid, che ha messo in ginocchio molte attività imprenditoriali, ha rappresentato una grossa opportunità per chi, come la malavita, opera nell’economia in modo illegale. Ma anche le Forze dell’ordine non si sono mai fermate, riuscendo a intercettare diverse operazioni illecite. Ne ha parlato ad Agenzia Sir Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Le mafie, dice, hanno tentato di infiltrarsi nei traffici dei dispositivi di protezione individuale (dpi), tanto che, quando c’è stata l’esigenza di mascherine, si sono costituite società anche all’estero finalizzate al commercio di dpi.
Particolare attenzione viene posta all’investimento delle ricchezze mafiose. In un momento di crisi come questo, da un lato, abbiamo soggetti economici “sani” che hanno bisogno di liquidità per recuperare il periodo di inattività; dall’altro, abbiamo le mafie che devono collocare il loro denaro. Non a caso è in aumento l’usura, riferito soprattutto alle attività che hanno bisogno di danaro ma non hanno ottenuto un aiuto economico pubblico adeguato.
L’obiettivo è quello di continuare a operare sul mercato ma attraverso soggetti economici che fin qui hanno svolto un’attività non sospettata di illeciti. I settori più a rischio sono i ristoranti, i bar, gli alberghi che si sono fermati quasi del tutto a causa dell’emergenza e per i quali o arriva un sostegno o sarà difficile la ripresa. L’altro aspetto riguarda l’assistenza a chi è nel bisogno; nei quartieri più poveri, dare un aiuto economico o il pacco alimentare alle famiglie bisognose significa creare consenso sociale.
Anche i fondi europei rappresentano un’occasione ghiotta. Ma, afferma il procuratore nazionale, in Italia, diversamente che in altri Paesi, siamo specializzati nell’effettuare determinati monitoraggi e, quindi, nel dare massima attenzione anche alla minima traccia. Fin dal primo momento della pandemia si sono formati i tavoli tecnici per individuare i settori dove più facilmente si sarebbero potute infiltrare le mafie. Quando si parla di finanziamenti come quelli legati al Recovery fund intervengono i controlli preventivi, che consistono nella consultazione delle banche dati del Ministero dell’Interno.
Le Prefetture fanno una prima selezione; poi ci sono i monitoraggi che vengono portati avanti dalle Procure distrettuali con Guardia di finanza, carabinieri e polizia di Stato. Ogni anno ci sono centomila transazioni segnalate come sospette; nell’anno della pandemia sono state centodiecimila, con un aumento del 10%. L’auspicio per il 2021 è che la campagna vaccinale sia fatta con prodotti che provengano esattamente dalla fonte originale e che, quindi, non ci siano ancora una volta inquinamenti nell’ambito di settori che potrebbero essere a rischio in questo momento.