Ratzinger: “non ci sono due papi”

Il 28 febbraio di otto anni fa, dopo che l’11 febbraio, all’improvviso e senza alcuna avvisaglia, Benedetto XVI aveva reso nota la sua rinuncia al pontificato, quella decisione diventava effettiva: alla vigilia dell’anniversario, Ratzinger ha concesso un’intervista al Corriere della Sera nel monastero di clausura Mater Ecclesiae in Vaticano, dove si è ritirato nel 2013.
Siccome non è suo uso concedersi ai media, evidentemente sentiva il bisogno di comunicare alcune delle sue verità. Nell’intervista si parla di varie cose di attualità ma, forse, ciò che più gli sta a cuore è la situazione di difficoltà che sta attraversando la Chiesa, anche in seguito alle sue dimissioni.
Introduce le sue riflessioni, peraltro molto scarne, con una affermazione che evidentemente è quella che più lo tormenta proprio perché tocca nel profondo il cuore di quella Chiesa di cui è stato servitore fedele per tutta la vita e che intende ancora servire, anche se in modo totalmente diverso dal passato.
“Non ci sono due papi. Il Papa è uno solo” ed evidentemente non è lui. Poi continua con parole semplici e chiare: “È stata una decisione difficile. Ma l’ho presa in piena coscienza, e credo di avere fatto bene. Alcuni miei amici un po’ ‘fanatici’ sono ancora arrabbiati, non hanno voluto accettare la mia scelta… Non vogliono credere a una scelta compiuta consapevolmente. Ma la mia coscienza è a posto”.
Evidentemente il papa emerito intende porre un punto fermo ad una diatriba che lo vede spesso tirato in ballo in contrapposizione a papa Francesco. Può darsi che alcuni elementi di quelle “teorie cospirative” possano aver influito sulla sua scelta. Forse hanno contribuito a renderlo cosciente dell’immane “lavoro” che compete ad un Papa in momenti come quello che stiamo vivendo, in cui ogni pretesto per fomentare radicalismi, per interessi di vario tipo, va comunque cavalcato cercando di portare acqua al proprio mulino.
Ma se pensano che il Papa emerito sia così intelligente, capace, santo (e noi ne siamo convinti) perché i suoi “amici un po’ fanatici” non credono alle sue parole e non ne accettano le decisioni? Sbandierare “il mio papa è Ratzinger” non fa onore a chi lo tira in ballo e non fa sicuramente piacere a Benedetto.
La complessità di un mondo globalizzato trova la Chiesa attuale in una situazione mai sperimentata ed il “lavoro pastorale” assume connotati mai visti prima.
Ai suoi “amici un po’ fanatici”, facendo ancora una volta un grande servizio alla Chiesa che ama, Papa Benedetto in fondo chiede solo di seguire il pastore attuale, di rispettarlo e di… amarlo. Non risponderà alle esigenze di quel mondo che viene catalogato come tradizionalista.
Ma, anche se a non tutti piace, Papa Francesco è l’unico Papa.