Pubblicato anche quest’anno dal Centro Lunigianese di Studi Giuridici
E’ dedicato al tema dell’acqua l’ Almanacco Pontremolese 2021, argomento quanto mai connesso al territorio lunigianese che con i suoi fiumi, i suoi mille torrenti, rii, bozzi e rigagnoli ha un legame speciale con l’acqua. Molto spesso come segno di vita, di rinascita e speranza, ma talvolta come simbolo di morte e distruzione, con alluvioni e siccità.
Ma l’ Almanacco si concentra in particolare sugli aspetti positivi dell’acqua, tra amarcord, suggestivi paesaggi (come le splendide fotografie di Walter Massari che illustrano la quarta di copertina) e notazioni storiche. Come il testo redatto da Paolo Lapi su “L’acqua e la religiosità popolare in Pontremoli e Val di Magra” in cui si racconta come nel Cinquecento la comunità pontremolese istituì una particolare funzione liturgica “pro tempestatibus removendis” (per rimuovere il maltempo) con la proclamazione, nella chiesa di San Francesco, ad agosto, del Vangelo della Passione. Inoltre Pontremoli trovò nella Madonna del Popolo un valido ausilio non solo nelle pestilenze ma anche nelle calamità tipiche del territorio come le alluvioni. Una testimonianza si ha in occasione della terribile piena del 26 ottobre 1732, quando fu ritenuto un miracolo della Beata Vergine del Popolo l’aver salvato il rione di San Nicolò. Circa 50 anni dopo, l’8 agosto 1784, l’immagine della Madonna del Popolo venne portata in processione per implorare la pioggia in occasione di un lungo periodo di siccità. E Lapi evidenzia come alla stessa figura del patrono cittadino, San Geminiano, sia da sempre attribuito il protettorato contro le alluvioni. Questo ruolo è ben espresso nel quadro nella chiesa di San Geminiano con la città minacciata da una piena del fiume e protetta dal vescovo di Modena con la Madonna e i santi Bernardo, Stefano e Giovanni Battista.
Almanacco di Mignegno: alla ricerca del tempo passato ma non perduto
Roberto Bolleri testimonia momenti del ritmo e del senso dell’esistenza di un paese. Si parte dal commento di Luciano Bertocchi al ritrovamento nella canonica di una tela con la Virgo Lactans, anteriore al Concilio di Trento chiuso nel 1563 con divieto di raffigurare il seno di Maria che allatta Gesù. Poche in Lunigiana le immagini della Virgo Lactans: a Pontremoli nell’Oratorio di Nostra Donna, in S. Giacomo d’Altopascio; a Moncigoli nell’oratorio della Madonna della Tosse.
Il Liber Chronicus ricorda lo scontro nella notte del 13 giugno 1943 tra partigiani e tedeschi con due morti per parte, gli italiani sono Ennio Vecchi parmense e Toma Duilio di Succisa.
M. Teresa Romiti dalle relazioni di due visite pastorali di mons. Angelo Peruzzi evidenzia nel 1568 l’estrema povertà della parrocchia, nel 1584 migliorate le condizioni. Le acque del Funtanun hanno alimentato il mulino del paese, ora la cascata si è persa. Delle scorribande in moto fa gustosa narrazione in dialetto Giancarlo Bertocchi. L’apertura al traffico della A15 fino a Montelungo nel 1971 e per intero nel 1975, libera il paese dal traffico intenso; è morto anche l’ultimo cantoniere della SS 62, Guido Mariani.
La trebbiatura del grano è rievocata da Roberto con la malinconia di aver perso il contatto ricco e vitale con la tradizione contadina. Paolo Lapi fa la storia dell’oratorio di S. Rocco ora sede del presepe. La festa di S. Terenziano è sempre meno frequentata. Daniele Campodonico ricorda disagi e fascino delle vie non illuminate del paese: il buio faceva “vedere” fantasmi. Col ritrovamento di un’epigrafe e vecchie foto si chiude il tempo ritrovato dall’Almanacco 2021. (m.l.s.)
Di stampo storico è anche il testo del direttore del museo delle statue stele, Angelo Ghiretti, dal titolo “Una sorgente frequentata in età romana a Forno di Versola, sulla via Parma-Luni” in cui si racconta la scoperta, avvenuta nel 2018, nell’ambito di un’indagine archeologica condotta su un antico percorso in località Forno di Versola. Ricerca che si proponeva di accertare la presenza d’eventuali testimonianze d’età romana. Tracce che sono poi state confermate, con il ritrovamento di alcune monete romane e soprattutto di una sorgente strutturata con 8 metri di canalizzazione, realizzato per portare l’acqua in uno slargo, probabilmente in origine dotato di una vasca. Reperti che sembrano indicare che a Forno di Versola ci fosse la presenza di un punto di sosta per i viaggiatori all’interno di un importante percorso d’epoca romana identificabile con un tratto della Parma-Luni.
Sono molti, poi, gli articoli dedicati al ricordo, incentrati su come, soprattutto i ragazzi, vivessero il fiume: come il pezzo di Andrea Baldini “L’immagine pittoresca di Pontremoli tra le acque”, o quelli di Luciano Bertocchi “Le ‘river beach’ della Pontremoli del secondo dopoguerra” e “Quando i nostri fiumi erano una risorsa e un campo di battaglia”. Ma c’è anche il fiume come fonte di cibo, con il ricordo delle varie modalità di pesca, illustrate da Germano Cavalli, passando dal “tastamano”, una pesca di abilità fatta con le sole mani, sino a tecniche più complesse come il razzol, il bertadello o il cormo.
Ci sono poi le descrizioni di particolari, suggestivi angoli fluviali, come “La grotta della Colombara di Rossano di Zeri” scritto da Cinzia Angiolini o “La valle del torrente Gordana: un laboratorio di storia naturale” a cura di Alex Borrini. (r.s.)