Prima della pausa anticiclonica in atto da domenica scorsa, le condizioni atmosferiche hanno seguito la ‘turnazione’ precedente, in vigore da diverse settimane. Si sono, infatti, viste in successione giornate belle, brutte e così così fino a sabato. Il nostro commento riguarda, è chiaro, esclusivamente l’aspetto meteo, giacché quelle che si stanno vivendo sono tutte giornate molto particolari ed inedite sotto ogni altro risvolto. Martedì 10, con Appennino innevato dai 1200 m in su, le schiarite si sono ampliate dal pomeriggio dopo le dense velature della mattinata.
Le premesse per un mercoledì di sole c’erano tutte, così l’11 è trascorso davvero in modo spettacolare, senza che alcuna nube sia comparsa all’orizzonte. L’escursione termica, in aria limpida, asciutta e perfettamente serena, è risultata tipicamente ampia: si è passati dalle leggere brinate dell’alba ai 18-19°C del primo pomeriggio. La ventilazione a regime di brezza è stata regolare e la visibilità ottima.
Una svolta già abbastanza netta si è vista giovedì 12, dal cielo progressivamente imbronciato, le ore diurne non più miti come il giorno prima dopo una nottata ancora fredda e, poi, il ritorno delle nubi e delle foschie al calar della sera. Cenni di pioviggine sui rilievi e nella fascia costiera, già in atto giovedì, si sono estesi e intensificati venerdì a tutto il territorio lunigianese. La visibilità è ulteriormente peggiorata con alternanza di densa foschia e vera e propria nebbia d’avvezione, non fitta: quando, cioè, non si vede a più di un chilometro di distanza. Si parla di nebbia fitta, invece, quando la visibilità risulta al massimo di cento metri. Nel corso del pomeriggio, la base inferiore delle nubi è tornata mano a mano ad innalzarsi permettendo la vista delle alture collinari. Spirando un leggero vento da Sud e al cospetto di un cielo rigorosamente serrato, le temperature minime si sono portate su valori elevati, mentre le temperature massime hanno accusato ancora un lieve calo.
Le condizioni descritte si sono attardate per l’intera notte di sabato 14, quindi le schiarite hanno ritrovato la loro strada tra la mattina e il pomeriggio, anche grazie all’intervento della ventilazione settentrionale. L’aria ancora umida da smuovere e un iniziale effetto foehn hanno reso tiepidi il mezzodì e il primo pomeriggio; ma, nel prosieguo, sensazioni decisamente più fresche si sono imposte con l’ingresso di aria più asciutta e la conversione del vento in tramontana più vivace. La ventilazione da Nord si è mantenuta molto costante anche domenica, dal cielo sereno punteggiato, nelle ore centrali e pomeridiane, da innocui cumulus humilis fractus.
Qualche velatura in più è apparsa lunedì 16 e, soprattutto, martedì 17; cirri e poi più densi cirrostrati non hanno influito sulla ripresa dei valori massimi diurni della temperatura dell’aria, giunta a sfiorare localmente i 20°C.
Lunedì, frattanto, si era pure messa a riposo la tramontana, sostituita dalla brezza di valle con gradualità, come l’anemogramma ha palesato in una maniera che sarebbe ad hoc per un manuale di climatologia.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni