L’inverno ci riprova a fine marzo

19meteoLe analisi meteo avevano bene inquadrato il voltafaccia che era in procinto di verificarsi in questo ultimo scorcio di marzo, subito dopo l’equinozio di primavera. E così, subito dopo essere entrati, anche astronomicamente, nella nuova stagione, ecco che le mosse dei vari ‘pezzi’ presenti sulla scacchiera degli elementi atmosferici hanno delineato con precisione le tappe con cui il mese di marzo andrà a concludersi.
L’equinozio è avvenuto alle ore 4,49 TMEC di venerdì 20 marzo, secondo il copione che, da diversi anni, lo ha visto sempre più spesso il 20 anziché il 21. Da quando è iniziato il XXI secolo, è caduto il 21 marzo solo nel 2003 e nel 2007 e in tale data, cara alla tradizione, non tornerà più fino al 2102! Nel 2044, invece, l’ingresso della primavera avverrà già il 19 marzo. Non c’è tempo e non c’è spazio per addentrarsi nei motivi astronomici e nei calcoli occorrenti a far ‘quadrare’ il calendario gregoriano con la geometria celeste, ma per curiosità è possibile informarsi in rete, specie in questi giorni di vita monastica e di clausura forzata.
Tornando al giro di volta fra seconda e terza decade di marzo, è da rilevare l’assenza di precipitazioni durata l’intera settimana in esame. Sono altresì mancati giorni di cielo coperto a favore di quello misto e sereno. A metà della settimana scorsa, il rialzo termico ha fatto superare ai termometri i 20°C nel primo pomeriggio per la prima volta da fine ottobre: un tepore ben poco sfruttato per le necessarie limitazioni imposte alle attività all’aria aperta.
13meteo_tabellaNel fine settimana, dopo il cielo nuvoloso di venerdì 20, vi è stata nuova prevalenza di schiarite, ma con livello termico più contenuto e, domenica 22, condizionato da un vento di tramontana via via più gagliardo e fresco. L’ingresso delle correnti da NE si è poi intensificato lunedì 23, quando il tracollo delle temperature massime è divenuto sensibile: se pochi giorni prima avevano superato la norma di ben 6-7°C, di altrettanti sono rimaste al di sotto con l’avvio della settimana entrante con un tonfo di 12-14°C avvertito nettamente mettendo solo il naso fuori dall’uscio.
Il generoso soleggiamento di lunedì e di martedì 24, nulla ha potuto contro la massa d’aria cruda giunta – in ritardo di due o tre mesi! – dalla Russia, trovando gemme e fiori pronti per essere bruciati dal gelo. Complici la serenità del cielo, la secchezza dell’aria e la pausa di alcune ore che si è preso nottetempo il vento, la temperatura è riuscita a scendere sotto zero anche a bassa quota sommando gli effetti di avvezione e irraggiamento (in campagna, localmente, punte minime fino a -5°C all’alba di martedì) e fino a -10°C per pura avvezione in montagna.
Si tratta di una gelata asciutta, senza brina: il tipo di gelata peggiore per il mondo verde, già da settimane in ripresa anticipata a causa della mitezza dell’inverno trascorso.
Non sono ancora, comunque, valori minimi da primato per la 3a decade di marzo, che annovera record compresi fra -6°C e -8°C, occorsi nel 1993, nel 1958 e in altre annate più lontane.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni