La Manfredo Giuliani ha ricordato Giulivo Ricci e Tiziano Mannoni

Ad Aulla si è tenuto un convegno per il Cinquantenario dell’Associazione

Tiziano_MannoniNella Sala capitolare del Museo di San Caprasio ad Aulla sabato scorso si è svolto un Convegno, che ha ripercorso la nascita, la crescita e l’apporto attivo dell’Associazione Manfredo Giuliani alla diffusione della cultura in Lunigiana. Ha coordinato il convegno il prof. Giuseppe Benelli, che lo ha introdotto come una riflessione su quanto le associazioni di Lunigiana abbiano riscoperto e promosso il valore storico e culturale del territorio.
Sono intervenuti anche il sindaco, Roberto Valettini, l’assessore Marina Pratici e il consigliere regionale Giacomo Bugliani che ha espresso riconoscenza a tutti coloro che hanno saputo riscoprire nella storia e nell’architettura della Lunigiana una fonte inesauribile nella conoscenza culturale e di costume, che fa riscoprire il senso di appartenenza di un popolo alla propria terra. L’on Valdo Spini ha ricordato il suo legame speciale con questa terra che invita a conservare e a tramandare.
Riccardo Boggi, vicepresidente dell’Associazione “Amici di San Caprasio”, dopo aver ringraziato i partecipanti a nome della presidente Lorella Giuli ed espresso riconoscenza e apprezzamento per le numerose Associazioni presenti, ha sottolineato che il luogo del convegno, più che un museo è un centro culturale vivo, che raccoglie manifestazioni religiose, incontri culturali e a sfondo sociale, perché anche gli spazi architettonici, che ci sono giunti tramite i nostri avi, vanno rivitalizzati e integrati con la vita del quotidiano, secondo le indicazioni e l’auspicio di Tiziano Mannoni.
Benelli ha ripercorso la definizione della specificità dell’identità della terra di Lunigiana in particolare tramite Manfredo Giuliani, che ha preso l’eredità del “Giornale storico della Lunigiana”, di studiosi come Giovanni Podenzana attraverso il metodo dell’antropologia culturale, nel tentativo di conservare usi costumi strumenti di lavoro della civiltà contadina, rappresentata nel Museo Etnografico di Villafranca, in concomitanza con il grande esodo del secondo dopoguerra, non verso terre lontane, ma verso le città, che stanno affrontando esse stesse un cambiamento repentino ed epocale.

Codolo di Zeri, 2002: Giulivo Ricci all’inaugurazione della lapide in ricordo della Resistenza
Codolo di Zeri, 2002: Giulivo Ricci all’inaugurazione della lapide in ricordo della Resistenza

Germano Cavalli, fondatore della “Manfredo Giuliani” nata nel 1970, ha introdotto la sua relazione, ricordando, la figura di Giulivo Ricci, storico e amico: fu lo stesso Ricci a cercarlo chiedendo l’iscrizione alla neonata associazione condividendo il pensiero metodologico che la storia non si studia solo sui libri, ma anche sul territorio. Ricci avrebbe poi fondato ad Aulla “Il Centro Aullese di Studi Lunigianesi’ e, quale preside, è riuscito a motivare i professori fino a far crescere la curiosità negli studenti, perché il mondo della scuola rimane il fondamento per l’accoglimento e la promozione culturale.
Ha proseguito l’incontro Giuliano Adorni, che ricorda come nel febbraio del 1972 una trentina di persone si siano radunate per la fondazione del Centro Aullese con la formazione di tre Cenacoli: uno che si è occupato del poeta Giovanni Fantoni detto Labindo; uno su Camillo Torres ed un terzo su Barbiana – la Lettera a una professoressa di don Milani. Ricorda la coerenza di vita e di studi di Giulivo Ricci, che ha espresso il suo pensiero nei libri, nelle ricerche fissate in “Cronaca e Storia di Val di Magra” in “Rivista di Storia di Aulla” in “Deputazione di Storia Patria delle Province Parmensi”. Ricorda commosso alcuni tratti della vita dell’amico e riporta una sua riflessione, che evidenzia “la fatalità in cui la vita si gioca di giorno in giorno, perché il ricordo per lo storico è pari a quello per l’uomo”.
Una riflessione di Boggi ha concluso l’incontro, ripercorrendo la nascita e lo sviluppo della metodologia di ricerca di Tiziano Mannoni, ideatore di un metodo che prevede il coinvolgimento di studiosi di diverse discipline, per giungere a una conoscenza globale di una civiltà nelle diverse espressioni dell’uomo. è con tale metodo e con la collaborazione dello stesso Mannoni che sono stati intrapresi, condotti, sviluppati i lavori in san Caprasio, tanto da affermare che uno scavo è come la nascita di una nuova vita, se pur storica, da seguire con la stesse attenzioni e meraviglia. (C. L.)