

Come ogni anno, il 26 dicembre, la comunità di Filattiera ha prolungato la letizia del Natale con la festa del Protomartire S. Stefano. Infatti mentre contempliamo il Figlio di Dio, che nasce povero e indifeso nella nostra natura umana, il patrono ci invita a contemplare “I cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio”.
La prima Messa è stata celebrata dal parroco mons. Antonio Costantino Pietrocola, alle ore 9 nella Pieve di Sorano mentre la tenue luce del sole entrava dalla monofora del solstizio d’inverno, promessa anticipata di giornate serene. Alle ore 11, nella chiesa di S. Maria, solenne Pontificale, con il vescovo di Volterra, mons. Alberto Silvani coadiuvato da confratelli, diaconi e chierichetti.
Con il gonfalone comunale presenti il sindaco Annalisa Folloni accompagnata da alcuni assessori. Il Coro “S. Giorgio” ha cantato la Messa “cerviana” del Perosi sotto la direzione dell’infaticabile, bravo maestro Pierfrancesco Carnesecca il quale ha accompagnato anche il canto del salmo eseguito dalla figlia Caterina. Voci che conferiscono solennità ai riti sacri favorendo l’interiore partecipazione.
“S. Stefano arriva alla contemplazione della gloria di Dio attraverso una morte violenta – ha detto il presule – ritenendo il valore della verità più importante della sua vita. Era stato scelto per il servizio della carità, che non si esaurisce nel dare un pezzo di pane e accoglienza, ma il cui obiettivo primario è far conoscere la verità. Il nostro mondo ha bisogno della carità che si chiama Cristo ed esige, dai cristiani, qualcosa di più di una semplice bontà personale: richiede di allargare la mente per fare discernimento sulle vicende storiche che accadono. L’attuale scristianizzazione non è tanto riscontrabile nella caduta della pratica religiosa, quanto piuttosto nella distanza tra i valori richiesti dalla fede e quelli praticati nella vita. Perché la Luce vera continui a splendere nelle tenebre è necessario costruire una diversa mentalità religiosa. Una cultura aperta all’invisibile, che sia carità perché partecipazione all’amore con cui Gesù ha amato, ed ama, ciascuno di noi”.
Nel pomeriggio canto dei vespri e processione tra i borghi addobbati a festa. I confratelli hanno partecipato con la loro “divisa” in cui la fascia rossa rimanda al martirio del primo diacono Stefano. La Banda musicale ha dato, come sempre, il suo prezioso contributo.
Rientrati in chiesa, esposizione del Santissimo e Adorazione Eucaristica conclusasi con la benedizione impartita sempre dal vescovo Silvani il quale ha chiosato dicendo che dobbiamo divenire docili strumenti nelle mani dello Spirito, perché la costruzione della nuova civiltà europea passa anche attraverso la nostra persona. Il parroco ha ringraziato mons. Silvani, suo conterraneo e amico, tutti i sacerdoti e i tanti ministranti unitamente ai fedeli ed a tutti coloro che hanno dato il proprio contributo per la riuscita della festa.
S. Stefano ci aiuti a comprendere che l’amore, solo se rivestito di umiltà, compie gesti di autentica fraternità.
Ivana Fornesi