Papa Francesco, “non seguiamo chi urla e semina la paura dell’altro”

Papa Francesco ha celebrato a Roma la Giornata Mondiale dei Poveri

La Santa messa presieduta dal Santo Padre papa Francesco nel giornata mondiale dei poveri.
La Santa messa presieduta dal Santo Padre papa Francesco nel giornata mondiale dei poveri.

Parlando in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri papa Francesco punta il dito contro “l’indifferenza” verso gli ultimi della società. Tra i banchi della basilica di San Pietro ci sono i “preferiti di Dio”, “i portinai del Cielo”. Sono uomini, donne, bambini provenienti da diversi Paesi e con diverse storie di vita alle spalle di cui ancora portano i segni, invitati a fare festa alla mensa del Signore.
Nella Messa il Papa sottolinea che oggi, “nella smania di correre, di conquistare tutto e subito, dà fastidio chi rimane indietro. Ed è giudicato scarto: quanti anziani, quanti nascituri, quante persone disabili, poveri ritenuti inutili”. “Si va di fretta, senza preoccuparsi che le distanze aumentano, che la bramosia di pochi accresce la povertà di molti”. “Non va seguito chi diffonde allarmismi e alimenta la paura dell’altro e del futuro, perché la paura paralizza il cuore e la mente”.
“Eppure, quante volte ci lasciamo sedurre dalla fretta di voler sapere ‘tutto e subito’, dal prurito della curiosità, dall’ultima notizia eclatante o scandalosa, dai racconti torbidi, dalle urla di chi grida più forte e più arrabbiato. Ma questa fretta, questo ‘tutto e subito’ non viene da Dio”.

Papa Francesco durante la S. Messa nella giornata mondiale dei poveri.
Papa Francesco durante la S. Messa nella giornata mondiale dei poveri.

“Non basta l’etichetta ‘cristiano’ o ‘cattolico’ per essere di Gesù. Bisogna parlare la stessa lingua di Gesù, quella dell’amore, ‘la lingua del tu'”. E i poveri “sono preziosi agli occhi di Dio perché non parlano la lingua dell’io”. Secondo il Papa, essi “ci ricordano che il Vangelo si vive così, come mendicanti protesi verso Dio. La presenza dei poveri ci riporta al clima del Vangelo, dove sono beati i poveri in spirito”. “Anziché provare fastidio quando li sentiamo bussare alle nostre porte, possiamo accogliere il loro grido di aiuto come una chiamata a uscire dal nostro io, ad accoglierli con lo stesso sguardo di amore che Dio ha per loro”.
A dire la verità la Giornata Mondiale del Povero non ha avuto un grande risalto nei mezzi di comunicazione. Eppure la situazione mondiale è drammatica.

L'Aula Paolo VI in Vaticano allestita per il pranzo con i poveri
L’Aula Paolo VI in Vaticano allestita per il pranzo con i poveri

Si parla di povertà estrema quando una persona o gli abitanti di una intera regione dispongono di meno di 1,90 dollari al giorno – l’equivalente di 1,70 euro – per procurarsi cibo, acqua, medicine e tutto ciò di cui si avrebbe bisogno per una vita dignitosa. Al mondo quasi il 13% delle persone – tra i 900 milioni e il miliardo, oltre 15 volte la popolazione italiana – vivono, si fa per dire, in quella condizione.
Quando Papa Francesco parla dei poveri e dei profughi ha davanti a sé il quadro mondiale e non dovrebbe lasciarci indifferenti. Anche perché la povertà del mondo ha riflessi evidenti anche dalle nostre parti. È sufficiente pensare che il 42,7% (circa 430 milioni di persone) di affamati si trova nell’Africa Subsahariana per capire che è alle porte di casa nostra. Povertà non significa soltanto mancanza di cibo, ma anche rischio di contrarre malattie, riduzione della produttività, difficoltà di sviluppo fisico e mentale, mancanza di possibilità di studio, impossibilità di accedere a medicine…

Il Pranzo con i poveri in Vaticano nell'Aula Paolo VI.
Il Pranzo con i poveri in Vaticano nell’Aula Paolo VI.

È facile e comodo dire “aiutiamoli a casa loro”: ne sanno qualcosa i missionari e le missionarie che ogni giorno operano sui vari territori. La povertà in Italia ha contorni diversi. Alla vigilia della Giornata del Povero la Caritas italiana ha presentato un Report sulla povertà e l’esclusione sociale. Qui per povertà assoluta si intende l’impossibilità di accedere al paniere di beni e servizi che nel nostro contesto garantisce una vita decorosa.
Ci sono parametri diversi in base alle diverse aree. In una città del Nord una famiglia composta da due adulti tra i 18 e i 59 anni è povera se percepisce meno di 1.155 euro; al Centro 1.096; al Sud e nelle Isole 887. Già questo dato fornisce il senso di una sperequazione diffusa anche nel nostro Paese. Secondo Istat, in Italia sono in stato di povertà assoluta 1 milione e 800mila famiglie per oltre 5 milioni di persone.
Sono in aumento i cosiddetti working poor (i lavoratori poveri, tra questi i giovani sono in aumento) che percepiscono stipendi inadeguati. E c’è un nesso tra bassa scolarizzazione e povertà. Il 78% degli italiani che si rivolgono ai Centri di ascolto Caritas (sono 2.100 sparsi in tutta Italia ed hanno incontrato 195.000 persone) è in possesso della sola licenza di media inferiore.
Al Nord le famiglie in povertà assoluta che si sono rivolte alla Caritas sono al 60% di cittadinanza straniera, al Sud i due terzi sono italiani. I poveri non hanno colore e “ci ricordano, come dice Papa Francesco, che il Vangelo si vive così, come mendicanti protesi verso Dio”.

(G. B.)