Può essere che un tavolo con le canoniche quattro gambe sia più bello da vedere, ma è certo che con tre sole gambe un tavolo non “ballerà” mai. Si capisce che stiamo parlando del governo Conte? Avviatosi con tre partiti a sostegno – (M5S, Pd, Leu) – l’esecutivo, a pochi giorni dall’insediamento, è stato oggetto di un intervento chirurgico per il quale, a seguito della scissione renziana dal Pd, si è ritrovato con il quarto puntello: non cercato né tanto meno auspicato, di fatto mal digerito.
Da quel momento gran parte dell’attenzione si è spostata da ciò che il governo dovrebbe fare per durare e dare una spallata definitiva a Salvini e a tutto il centrodestra a quanto il governo durerà a prescindere da tutto questo. Una bella differenza, se si pensa a tutto quello di cui il Paese avrebbe bisogno e di come i provvedimenti necessari siano possibili solo in presenza di una unità di intenti già resa fragile dagli umori barricadieri di Di Maio, impegnato a recuperare tutto lo svantaggio accumulato in prims all’interno dello stesso movimento.
Può essere utile ricordare che, in base alla Costituzione, “il presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del governo e ne è responsabile” e “mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri”. Ciò significa che i ministri, per quanto importanti, competenti e validi non possono andare in ordine sparso perché la politica generale del governo è (dovrebbe essere) indicata chi guida l’esecutivo. Inutile dire che i tempi politici in cui il governo si trova ad agire sono tra i più complicati tra quelli immaginabili.
Quando si parla di legge di bilancio e di esame parlamentare della stessa è ingenuo pensare che non esistano tensioni anche all’interno di una maggioranza coesa. Pensando ai tanti motivi di dissidio esistenti tra le parti attualmente in causa a Palazzo Chigi, si fa presto a tirare le somme! Se i dubbi che Salvini abbia scelto la parte della vittima ingenua per non pagare il dazio di provvedimenti economici impopolari sono tutt’altro che dissolti, è comunque fuori discussione che qualcosa in quel senso debba essere fatto dal nuovo esecutivo e le scelte non possono essere indolori.
Già, ad ogni provvedimento accennato, le varie lobby non perdono un minuto per innalzare grida di dolore (una tra le tante: non si possono toccare i contanti perché gli anziani non sanno usare le carte). Se a questo aggiungiamo, per esempio, un Renzi che, nonostante i tanti guai che lo assillano, non perde occasione per fare il controcanto al presidente Conte, diventa veramente difficile immaginare che si possa giungere in tempi brevi a scelte capaci di indicare al Paese una direzione di marcia capace di tirarlo fuori dalle paludi della stagnazione o della recessione.
Antonio Ricci