Scuola: meno compiti a vantaggio della pratica sportiva

16scuolaUna delle componenti per uno sviluppo armonico è il movimento che sta alla base di ogni tipo di pratica sportiva. Attraverso l’attività corporea, lo affermano con forza pedagogisti e psicologi, il bambino acquisisce il potere di esplorare l’ambiente e di costruirsi esperienze spaziotemporali sulle quali riflettere ed esprimersi. Da non dimenticare la funzione liberatoria che il movimento, in quanto tale, reca con sé e il piacevole interesse che i bambini, ed i giovanissimi, hanno per ogni attività motoria.
La pratica sportiva in Italia trova il suo picco nei ragazzi di età compresa tra gli 11-14 anni raggiungendo circa il 68,9% per scendere poi drasticamente al 4,5% per gli over 75. Gli sport preferiti: ginnastica, aerobica, fitness, calcio.
Gli italiani più sportivi vivono al Nord, mentre al Sud sono molto meno sfiorando il 17% contro il 30% dei primi. Ultimamente i giornali hanno evidenziato il problema scuola-sport nel senso che per i troppi compiti parecchi ragazzi abbandonano gli allenamenti sportivi. I dati Istat dicono che perdiamo l’80% degli studenti atleti nel momento del loro completo sviluppo fisico proprio per un tempo-scuola sempre più impegnativo ed un carico di lavoro che occupa gran parte del pomeriggio.
Il momento più critico è il passaggio dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado. Indispensabile che allenatori e docenti dialoghino nella consapevolezza di favorire momenti di scambio in quanto scuola e sport sono un binomio vincente. Entrambi aiutano a crescere: chi valorizzando l’intelletto, chi il fisico. La crescita, del resto, è una ed è neuro-fisica per cui i due ambiti non devono assolutamente rimanere separati.
Nel nostro Paese, si sa, prevale una tradizione accademica rispetto a quella atletica. Infatti siamo, in prevalenza, un popolo di sedentari a danno della salute permettendo ai “chili” di appesantirci sconfinando, sovente, nell’obesità veramente pericolosa. Lo sport, inoltre, favorisce l’aggregazione e le relazioni abituando i ragazzi al rispetto di sé e degli altri a vantaggio dell’inserimento in una società sempre più multietnica. Grazie allo sport molti giovani ottengono risultati migliori a scuola prendendo lo studio come allenamento.
Le famiglie, dicono gli addetti al lavoro, non dovrebbero avere alte aspettative nei risultati sportivi dei figli. L’importante che siano loro, i ragazzi, a scegliere lo sport più congeniale grazie al quale cresceranno divertendosi.

Ivana Fornesi