Sri Lanka: “Morte e violenza non avranno l’ultima parola”

Il dolore dei leader cristiani, ebrei e musulmani per la strage di Pasqua

PAKISTAN-SRI LANKA-ATTACKSLeader delle Chiese cristiane e delle diverse fedi religiose si sono stretti, nel giorno del lutto nazionale, in solidarietà e profonda vicinanza con i cristiani dello Sri Lanka. Agli appelli e alle preghiere di Papa Francesco, si sono uniti anche quelli dei Patriarchi di Costantinopoli e Mosca, l’arcivescovo di Canterbury, il Consiglio mondiale delle Chiese. Ma anche leader musulmani ed ebrei.
Unanime lo sconcerto per il bilancio delle vittime salito a 321 e senza appello la condanna a simili atti di violenza commessi contro essere innocenti in preghiera in uno dei giorni più sacri del cristianesimo.
Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo condanna “fermamente qualsiasi attacco terroristico e atto di odio, violenza e fondamentalismo, indipendentemente dalla sua fonte, e invita tutti a cooperare per costruire la coesistenza pacifica e la collaborazione attraverso il dialogo e il rispetto reciproco”.
Il Patriarca di Mosca Kirill ha inviato un messaggio di condoglianze al presidente della Repubblica dello Sri Lanka, Maithripala Sirisene, augurandosi che “l’autorità statale e gli organismi competenti dello Sri Lanka faranno tutto il possibile perché non solo gli esecutori ma anche gli organizzatori di questi sanguinosi crimini” possano essere assicurati alla giustizia.
Parole toccanti sono state pronunciate anche dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e dal vescovo anglicano di Colombo, Rev Dhiloraj Canagasabey, membro del Comitato centrale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc). Il segretario generale di questa organizzazione, Olav Fykse Tveit, ha scritto in una nota: “Tali atti di violenza minano la sacralità della vita umana e costituiscono un sacrilegio in molti sensi. Anche se gridiamo contro questo sacrilegio, affermiamo risolutamente che la violenza non deve generare violenza. Nello spirito dell’amore di Cristo”, nel giorno di Pasqua, “crediamo fermamente che la violenza, l’odio e la morte non avranno l’ultima parola”.
A poche ore dagli attacchi, il Consiglio dei saggi musulmani, sotto la presidenza di Ahmed El-Tayeb, il Grande Imam di Al-Azhar, ha condannato “fermamente“ gli attacchi terroristici perché “vanno contro gli insegnamenti di tutte le religioni e di tutti i credi, nonché contro tutte le leggi e norme sociali internazionali”.
Di “crimini contro l’umanità” ha parlato l’Unione delle Comunità islamiche d’Italia che ha ribadito che “nessuna causa, ideologia o credo religioso possono giustificare tale violenza e barbarie”.
“Questi attentati sono l’ennesima conferma che il terrorismo non conosce frontiere né culture e che l’intera umanità è oggi nel mirino. Da qui la necessità di rispondere in modo corale e solidale a questo male universale che mira a destabilizzare intere nazioni e diffondere l’odio tra culture e religioni”.
Il presidente del World Jewish Congress, Ronald S. Lauder, a nome di tutti gli ebrei del mondo, chiede “tolleranza zero per coloro che usano il terrore per far avanzare i loro obiettivi”. E aggiunge: “Questo barbaro assalto a fedeli che stavano celebrando uno dei giorni più sacri del cristianesimo serva da doloroso richiamo del fatto che la guerra contro il terrorismo deve essere in cima all’agenda internazionale e perseguita senza sosta”.
In Italia è stata la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni ad esprimere le condoglianze al popolo cingalese. “Quanto accaduto in Sri Lanka, ha scritto, ci lascia senza parole: un’ennesima strage mossa dall’odio e compiuta volutamente in uno dei giorni più sacri della religione cristiana. Oltre alla nostra doverosa solidarietà al Paese, alle vittime di questa brutale violenza e alla comunità dei cristiani, come ebrei italiani torniamo a ribadire l’importanza per un impegno diffuso nel contrasto ad ogni forma di terrorismo e di intolleranza religiosa”.

Colpite tre chiese, oltre 300 i morti e centinaia i feriti negli attentati

SRI LANKA-ATTACKSSei esplosioni hanno colpito tre chiese e alcuni hotel di lusso nello Sri Lanka, facendo oltre 300 vittime e altre centinaia di feriti, proprio nel giorno di Pasqua, mentre gli edifici sacri erano pieni di fedeli per le funzioni. Le prime esplosioni sono avvenute in due chiese e in tre hotel della capitale Colombo. Poi, un’ultima bomba è scoppiata nella chiesa di Batticaloa, nell’est del Paese.
Il primo a condannare gli attentati è stato il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, che ha lanciato un appello alla donazione del sangue per i feriti.
Le prime ricostruzioni hanno ipotizzato che l’attacco a due chiese possa essere stato l’opera di un attentatore suicida. Un gruppo islamista radicale avrebbe rivendicato gli attentati.
Gli agenti hanno anche preso in custodia l’autista di un furgone, sospettato di aver trasportato gli esplosivi utilizzati negli obiettivi della capitale.
Non è ancora chiaro se, oltre al carattere terroristico, gli attentati possano avere anche un significato politico interno al paese asiatico, dato che negli ultimi mesi l’isola è stata segnata da una grave crisi costituzionale.
Su una popolazione di circa 22 milioni, lo Sri Lanka è in maggioranza buddista e singalese (il 75%); vengono poi i Tamil (18%, in maggioranza indù). I cattolici sono circa il 6,8% della popolazione, appartenenti ai diversi gruppi etnici. Vi è anche una consistente comunità musulmana (il 9%) che in passato si è scontrata con gruppi fondamentalisti buddisti, i quali hanno talvolta preso di mira anche i cristiani.

M.C.B. – Agensir