Il Vescovo, il comando tedesco, gli Alleati e la Liberazione di Pontremoli

Il racconto di Sismondo

46sismondo3Il mattino del 26 aprile celebrata la S. Messa e inviata una lettera al Comando tedesco in cui si supplicava di astenersi da ogni rappresaglia, partii con il Can. Mori alla volta della Cervara, ove opinavo si fossero rifugiati i fuggitivi del giorno antecedente.
Salendo da Vignola per Morana alle ore 11 circa, raggiungemmo la meta e colà rinvenimmo i due tedeschi i quali, udito quale pericolo incombesse su Pontremoli per la loro fuga, seduti su un sasso tra i castagni, stesero due scritti comprovanti il loro volontario, spontaneo allontanamento dal corpo dell’esercito tedesco.
Ci affrettammo a discendere onde arrivare alle 16, come d’intesa, a Pontremoli, ma purtroppo dovettimo indugiare nel bosco qualche ora per non essere colpiti dai proiettili che, provenienti da Traverde e dalle alture di Dozzano, colpivano la strada mulattiera: Fontaneda-Morana-Vignola.
Pontremoli dopo bombardamentiCome Dio volle, percorrendo canali e curvandoci in fossati per evitare le pallottole fischianti all’orecchio e rasentantici il capo, riuscimmo a raggiungere la strada Bassone-Casa Corvi donde, accompagnati da militari, potemmo arrivare verso le 19 al Comando tedesco di Pontremoli, il quale soddisfatto per l’esito della nostra missione, ci lasciò liberi dandoci ancora una volta l’assicurazione d’aver a nostra disposizione i magazzini di viveri.
Nella notte dal 26 al 27 i tedeschi abbandonarono la città di Pontremoli […]. Fu quella, fra le mille, una notte veramente infernale, per i bombardamenti paurosi, specialmente verso Mignegno, per lo scoppio di mine ai ponti, per il tuono dei cannoni, per lo scuotimento delle case di abitazione, le quali parevano sfasciarsi da un istante all’altro.
Il bombardamento della città effettuato dai cannoni delle forze americane, già nei pressi dell’Annunziata, continuava nelle ore del mattino del 27 e minacciava di recare danni non lievi ai cittadini. […]. Tagliati i fili delle mine inesplose sul ponte nuovo […] si riesce a portarci fino all’imbocco della via della SS.ma Annunziata, ove scongiuriamo i vincitori a cessare il fuoco perché i tedeschi, nella notte, erano tutti fuggiti.
Erano le 8,30 del giorno 27 aprile 1945.

(Giovanni Sismondo – Vescovo)