
Grande partecipazione alla presentazione del libro di Maddalena Baldini che si è tenuta sabato scorso nella sala capitolare di san Caprasio, non solo per quel suo curioso, provocante e intrigante titolo “Storie di una degustatrice astemia”, ma anche per quel sottotitolo “il sapore agrodolce dei ricordi” che ha fatto scrivere al giornalista e scrittore Luca Liguori: “ti ringrazio Maddalena per aver risvegliato in me i tanti ricordi e le mille emozioni dell’infanzia”.
Maddalena Baldini, laureata alla Cattolica in Storia dell’Arte, ha una grande passione per l’arte e per il vino e della sua curiosità ha fatto una professione, lavorando con grandi storici dell’arte ed editori, oltre che maestri del mondo del vino. Il libro è uno scrigno di saperi: il cibo è il filo conduttore che fa da sfondo ai dodici racconti che rimandano alle memorie ambientate o interpretate da gente di Lunigiana.
Come hanno scritto: “il sapore delle fragole si plasma nell’amore tra due anziani, l’odore polveroso della farina di castagne si mescola con quello tiepido e avvolgente del pane , un pugno di riso si trasforma in una conquista tra violenza e determinazione”. Quando qualcuno ci lascia, si domanda Maddalena siamo privati dei loro pensieri e della loro memoria , dei loro racconti, della loro storia e allora “perché perdere tutta quella ricchezza ? Perchè non condividere ciò che si raccontava con gioia o con tristezza seduti all’ombra di una pianta o seduti a tavola nel momento in cui un certo ingrediente riportava un sussulto del passato?”
E nel libro di Maddalena Baldini ritroviamo sapori e profumi in parte dimenticati: tutte le storie del libro sono vere, sette sono ambientate qui in Lunigiana terra di suo padre Andreino e cinque in Pianura Padana terra di sua madre Graziella. Sono storie di vita raccontate con eleganza, ora con quel filo di malinconia agrodolce che sempre nasce nel ricordare momenti felici e fatti più drammatici del tempo che fu, ora con lo sguardo divertito sugli accadimenti scherzosi della vita.
Nel libro c’è la corsa faticosa oltre la Cisa con un sacco di farina di castagne da scambiare con farina di grano per gustare il sapore della carsenta cotta nei testi; troviamo il ricordo dell’avventurosa fuga degli uomini di Filattiera, che passano la Magra e vanno al di là del fiume verso la Madonna del Monte, per sfuggire ai tedeschi. C’è la storia romantica, pur nella tragedia della prima guerra mondiale, di un amore nato al fronte, ritrovato a fine guerra, coltivato negli anni, accompagnato dal profumo di una manciata di fragole di bosco. La beffa al padrone della risaia e la vicenda dei maccheroni degustati del frate “da cerca” sono gustosi episodi che rendono la lettura del libro assai piacevole.
La bravissima Francesca Zappalà ha letto con garbo e grande bravura alcuni brani dei racconti ed è stata molto applaudita dal pubblico. Questo libro ha un altro importante pregio: quello della scrittura elegante, attenta alla descrizione dei luoghi e dei particolari e questo ci fa capire che siamo di fronte ad una vera scrittrice; sul titolo così intrigante non vi dico di più: leggetelo e capirete perchè Maddalena scrive di essere una degustatrice astemia.
Riccardo Boggi