Il Signore Gesù ha pietà del suo popolo

Domenica 24 marzo, III di Quaresima
(Es 3,1-8.13-15;  1Cor 10,1-6.10-12;  Lc 13,1-9)

12vangelo_ficoIl brano di Vangelo di Luca che viene proposto in questa III domenica di quaresima ci offre la valutazione di due eventi drammatici da parte di Gesù. Per il primo, probabilmente, coloro che chiedevano spiegazioni non lo facevano per mettere in difficoltà Gesù ma per comprendere essi stessi. Il fatto non è banale (perché riguarda la morte di alcune persone), ma certo non infrequente.
È possibile che alcuni galilei, allora considerati eversivi, avessero criticato il governatore senza curarsi troppo di essere ascoltati dalle guardie del tempio di Gerusalemme. Queste hanno riferito a Pilato, che nel periodo della pasqua era presente in città, ed hanno avuto dal governatore l’ordine di uccidere i galilei che sono stati raggiunti e trucidati proprio davanti all’altare ove avevano presentati i loro doni. Secondo la mentalità del tempo, un simile destino era riservato ai grandi peccatori.
Tuttavia i galilei uccisi avevano essi stessi riconosciuto di essere peccatori e, proprio per essere purificati, avevano presentato sacrifici sull’altare. La purificazione avrebbe dovuto evitare loro il castigo. Inoltre l’intervento nel tempio di soldati armati era un grande scandalo sia per il fatto in sé, sia perché avvenuto nel periodo della pasqua. Gesù spiega con chiarezza che non vi è legame tra quelle morti ed il comportamento di quelle persone. Gli avvenimenti della vita, sia quelli positivi che negativi, accadono. I miracoli sono eventi molto straordinari. Non è Dio ad inviare né riconoscimenti né punizioni.
Certo che ognuno deve essere capace di leggere ciò che ogni avvenimento propone. L’insegnamento che il Maestro prospetta in questo caso è considerare come la vita potrebbe, per un qualsiasi evento, spegnersi improvvisamente. Tutti coloro che aspettano domani per vivere l’Amore secondo la testimonianza di Gesù, rischiano di non avere tempo a disposizione per cambiare. Da questo il pressante invito alla conversione. Ma Gesù vuole essere certo di essere compreso.
Qualcuno potrebbe pensare che i galilei abbiano meritato la morte. Quindi analizza un incidente avvenuto nella manutenzione di una torre per la canalizzazione dell’acqua che riforniva la piscina di Siloe. La torre cadendo aveva uccise diciotto persone. Della caduta della torre e della morte delle persone da testimonianza anche lo storico Giuseppe Flavio. Gesù afferma che quelli non erano più peccatori degli altri abitanti di Gerusalemme, quindi non meritevoli di quella improvvisa e dolorosa morte.
Per sottolineare la necessità e l’urgenza della conversione propone la parabola del fico piantato nel mezzo della vigna. La vigna, nella bibbia, rappresenta il popolo di Israele ed il fico raffigura ogni individuo. Pur avendo ricevute tutte le cure quel fico produce abbondante fogliame ma nessun frutto. La logica vorrebbe che quella pianta venisse tagliata per non impoverire inutilmente il terreno. Ma il vignaiolo (Gesù) chiede ancora tempo per curare meglio il fico. In questa quaresima Gesù ci farà vivere eventi e ascoltare parole in grado di aiutarci a trasformare le foglie abbondanti (i tanti riti esteriori) in fichi maturi e dolci (accoglienza, attenzione e amore verso i fratelli e l’intero creato).

Pier Angelo Sordi