25 marzo. Il giorno dell’alto annuncio della maternità verginale di Maria
L’ Annunciazione, l’alta promessa che sarebbe venuto il Verbo a farsi carne nel grembo di Maria fu annunciata dall’arcangelo Gabriele il 25 marzo secondo il calendario liturgico cattolico e a lungo data del Capodanno secondo lo stile fiorentino.
L’evento principale del Nuovo Testamento fin dal tempo delle catacombe è stato fissato anche in immagini: forse la più antica sta nella catacomba di Priscilla del III secolo: era espressione di preghiera e speranza e una prima manifestazione di Dio agli uomini per portare messaggio di vittoria sulla morte. La fonte storica sono il Vangelo secondo Matteo (“Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”), Luca (“L’angelo Gabriele fu mandato da Dio a Nazaret a una vergine”), Giovanni (“E il Verbo si fece carme e venne ad abitare in mezzo a noi”) e la Lettera di Paolo ai Galati (“Dio mandò suo Figlio perché ricevessimo l’adozione a figli”).
L’elenco di grandi artisti che hanno dipinto L’Annunciazione è lungo e copre tutti i tempi dell’era cristiana, in modo massiccio nel Medioevo e Rinascimento.
Giotto nella cappella padovana degli Scrovegni dispone l’Angelo a sinistra e Maria a destra del grande arco affrescato sulla parete di fondo. C’è la collocazione delle figure dentro due edicole con suggerimenti prospettici e Maria sulla destra per fermare meglio su di Lei lo sguardo dell’osservatore: sono elementi simbolici presenti in quasi tutte le Annunciazioni, parte integrante anche la colomba (già in mosaico del V sec. in S. Maria Maggiore a Roma), la conchiglia e il giglio.
È finita al Prado a Madrid la pala dell’Annunciazione del Beato Angelico eseguita nel 1444: è un incanto di tre spazi suddivisi da esili colonne ionico-corinzie con volte stellate e a sinistra la scena della perdita del paradiso terrestre riscattata dal Dio fatto Uomo nel grembo di Maria, “vergine e madre, figlia di [suo] figlio”.
Un raggio di luce attraversa la scena e l’Angelo e Maria “colloquiano” con inchino reciproco a braccia incrociate formando un cerchio d’intesa intima. Compare sulle ginocchia di Lei il Libro che aveva profetizzato la venuta del Salvatore nato da donna. Sono simbolici anche i colori: l’azzurro è spiritualità e contemplazione, l’oro è potenza del divino.
Le altre Annunciazioni dell’Umanesimo e Rinascimento esprimono l’idealismo di quella splendida civiltà di bellezza, grazia, proporzione, armonia. Gabriele e Maria sono collocati in un ambiente domestico ma maestoso a dare familiarità tra l’umano e il divino,la prospettiva, descritta e sperimentata secondo canoni matematici da L.B. Alberti, è resa con porte o finestre che aprono verso paesaggi che sfumano in cadenze lontane di acque, nubi, case e castelli. Sul primo piano dell’Angelo, inchinato con un vibrare di ali, vesti e petali di giglio, e di Maria che si ritrae umile e anche turbata, Botticelli apre su un paesaggio di acque, colline e castelli e un grande albero che domina su tutto.
Agli Uffizi a Firenze stanno anche l’Annunciazione di Simone Martini e quella di Leonardo che segue il modulo compositivo ormai comune; c’è a sinistra lo spazio dell’Angelo e a destra di Maria dal bellissimo volto in posa rigida che esprime stupore con la mossa della mano sinistra mentre l’energica destra interrompe la lettura del libro su leggio appoggiato su un baule marmoreo.
Ma i due terzi della tela sono su un orizzonte di paesaggio diviso tra albero ed albero, sfumato in lontananze d’azzurro, con acque e monti “quasi color dell’aria”: si avverte lo stupore del grandissimo Leonardo, morto e sepolto ad Amboise nel 1519, di fronte alla natura indagata col rigore dello scienziato e sentita con emozione lirica, soggettiva dell’anima.
Per non dire delle Annunciazioni magnifiche di Luca Signorelli, Antonello da Messina (Maria ha già in grembo Gesù), Pinturicchio, Jan Van Eyck, Piero della Francesca, Lorenzo Lotto (Maria si gira spaventata dalla presenza soprannaturale dell’Angelo, avvertita anche dal gatto), Tiziano, Caravaggio: un’immensità di bellezza.
(Maria Luisa Simoncelli)