
A Roma un interessante intervento del fivizzanese Harry Giannotti sul messaggio di Sant’Agostino
Negli ultimi due giorni di settembre si è tenuto a Roma, alla Pontificia Università Urbaniana, il Congresso Internazionale “Quale volto per i giovani? Cristo il più bello fra i figli dell’Uomo”. È stata un’iniziativa inserita nell’articolato ed originale progetto dell’Istituto Internazionale di ricerca multidisciplinare sul Volto di Cristo, che si propone di “promuoverne la conoscenza, approfondirne la dottrina, diffonderne la spiritualità”.
I relatori erano di comprovata autorevolezza, cardinali, vescovi, teologi, docenti universitari, scrittori come Erri De Luca, che ha concluso il convegno parlando della “Bellezza che trascende una persona”.
Al Congresso ha partecipato anche Harry Giannotti di Po di Fivizzano. Ha 18 anni e frequenta l’ultimo anno al Liceo Classico “G. Leopardi” di Aulla. Invitato, in occasione del Sinodo dei giovani, da mons. Andrea Cristiani, fondatore del Movimento Shalom, ha svolto un brillante intervento sul tema “Il Volto di Cristo nelle Confessioni di Sant’Agostino. Un messaggio per i giovani d’oggi”.
A loro, spesso “soli nel deserto delle immagini e dei suoni festaioli, Agostino, imponente come un faro in mezzo alla burrasca, ha lasciato in eredità la forza dirompente dell’amore: Ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che tu perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, perché da questa radice non può procedere se non il bene”. Harry dice che il messaggio di Agostino, posto alla fine del suo intervento, sia rivolto a chi “non sa creare relazioni, a chi non ama fermarsi e salutare, stringere mani e sorridere con gli occhi, a chi non conosce la luminosità dell’incontro e non è portatore di buone notizie”.
Ma quale lungo e difficile cammino di conversione ha dovuto percorrere, per giungere a quelle convinzioni, il grande filosofo nativo di Tagaste in Algeria!
Oggi sarebbe un extracomunitario, una faccia maghrebina fra tante, osserva Harry, che ricostruisce quel suo tormentato percorso con profonda lucidità, a partire dal “dissidio esistenziale che lo accompagnò per tutta la vita e che era originato dal paganesimo del padre e dal cristianesimo della madre e dai dualismi ragione e sentimento, inquietitudo e beatitudo, bene e male”.
Sono “Le Confessioni” ad illustrarcene i vari momenti, dalla visione dualista manichea alla concezione antimaterialistica del neo platonismo, alla conversione del 387 nella ricerca del Volto di Cristo. Lo studente fivizzanese evidenzia la passione di Agostino per la veritas, che è passione per Dio, col quale instaura un serrato dialogo. La sua relazione si sofferma anche sull’analisi dei temi che Agostino vive più intensamente, quelli del “tempo” e del “male”.
Il “tempo trova la propria realtà nell’anima attraverso la memoria (passato), l’attenzione (presente), l’attesa (futuro)… Per il problema dell’esistenza del male nel mondo, se Dio è Bene, Amore, Provvidenza, Le Confessioni, per prime, tentano di dare una soluzione in senso cristiano. Il male non può che essere una sottrazione di bene, perché tutte le cose create da Dio , in quanto sono, sono bene. Il male è sempre un accidente di un soggetto che di per sé è bene, non un essere sostanziale autonomo”.
Temi riservati all’indagine filosofica, puro esercizio teorico e sfoggio di erudizione, quelli affrontati da Agostino, o ricerca del senso autentico dell’esistenza, che non può essere soddisfatto dai piaceri e dalle seduzioni? Questa la domanda che si pone e che pone Harry. La risposta sta in Cristo, l’orientamento sicuro da seguire. Dopo l’incontro con Cristo, Agostino, che sperimentò le gioie e i dolori legati agli affetti umani, guardò a Lui come la stella polare che rivela la verità che concerne le cose eterne.
Purtroppo a molti “maestri” di oggi sfugge la consapevolezza di cosa e come sia la natura profonda dell’essere umano, mentre i giovani ricercano sorgenti che spargono acqua fresca sulle loro anime aride. Agostino ha lasciato a tutti la sorgente a cui attingerla. La sua eredità è di grande attualità. Non resta che complimentarci con il giovane Harry, che si è cimentato con studi ed analisi così impegnative, meritevoli di essere meditate, alla ricerca della “verità” in un mondo che appare sempre più disorientato.
(Andreino Fabiani)