
Domenica scorsa si è svolta a Filetto la giornata commemorativa con una mostra e un incontro
Domenica scorsa, 10 giugno, Filetto ha ospitato una giornata all’insegna della commemorazione di Flavio Torello Baracchini e della Prima guerra mondiale, nell’anno del centenario della vittoria. L’aviatore, “asso degli assi”, è stato celebrato con una mostra di cimeli, una mostra fotografica e un incontro dibattito.
Ad ideare e promuovere l’evento è stato Fernando Bucchioni, tra gli organizzatori del mercatino dell’antiquariato di Filetto, in collaborazione con il circolo ANSPI, la Pro Loco e il Comune di Villafranca. L’esposizione, allestita nei locali parrocchiali (che abitualmente ospitano i quadri dei pittori dell’Associazione Culturale “La stele”) ha accolto una serie di foto e pannelli che ripercorrevano le tappe della vita e delle imprese dell’eroe villafranchese, parti originali di aerei italiani e austro-ungarici, una divisa e una tuta di volo originali, oggetti bellici e ricordi della famiglia Baracchini, come il trofeo di bronzo raffigurante la nascita di Venere, donato dal re Vittorio Emanuele III nel 1917 all’aviatore, allora ricoverato a Udine, in occasione del conferimento della medaglia d’oro al Valore Militare.
Nel chiostro del convento Fatebenefratelli, invece, è stata allestita la mostra fotografica “Lunigianesi in guerra” con foto di soldati di Villafranca, Filetto, Mocrone e Virgoletta impegnati nella Grande Guerra. Le immagini sono tratte dal libro “In Villafranca in Lunigiana” curato da Marianna Orsi (https://invillafranca.wordpress.com) che sta cercando materiali per un nuovo volume fotografico (chiunque desiderasse mettere a disposizione le proprie foto per la digitalizzazione può contattare la curatrice: orsimarianna@gmail.com).
Nel pomeriggio si è poi svolto un incontro-dibattito sulla figura di Baracchini con gli interventi di Alberico Varoli, nipote dell’aviatore e Gianni Bianchi, autore del recente volume “Flavio Torello Baracchini. Un fulmine dal cielo”.
Varoli ha ricordato la figura di Zaira, madre di Flavio Torello e imprenditrice, titolare del biscottificio Zaira Baracchini & figli di Villafranca e il culto dello zio, di cui si conservavano uniformi e altri cimeli in un salottino di Palazzo Baracchini.
Bianchi ha invece rievocato i momenti chiave della storia di Baracchini, dalle gare di nuoto in cui si era distinto in giovane età, al primo incontro con il mondo dell’aviazione (la gara aviatoria Parigi-Roma alla quale aveva assistito dal litorale di Marina di Carrara nel 1912), all’addestramento a Venaria Reale e poi alla Scuola Caccia di Malpensa. Bianchi ha enfatizzato l’importanza di Baracchini come ideatore di una strategia innovativa di combattimento (si lanciava dall’alto, in picchiata, sugli aerei nemici attaccandoli da circa trenta metri, invece di ingaggiare un duello aereo da duecento metri come allora in uso), primo aviatore di condizione comune – guardato spesso con sospetto dai nobili Baracca e Ruffo di Calabria – primo pilota di caccia italiano a ricevere la medaglia d’oro al valore militare (a Baracca sarà conferita solo postuma) dopo il primo abbattimento. L’impegno da tutti profuso è stato premiato da un’ottima partecipazione di pubblico.
(m.o.)