“Missione impossibile” per il presidente Mattarella

I veti incrociati rendono sempre più aspri i rapporti tra i partiti e avvicinano nuove elezioni

19MattarellaRiguardo alla formazione del nuovo governo si sta profilando lo scenario peggiore che si potesse immaginare. Dopo tre giri di consultazioni le scelte non sono più rinviabili e non sembrano, al momento, entusiasmanti. Il presidente Mattarella ha esaurito la pazienza: “Scelgano i partiti, con il loro libero comportamento, nella sede propria, il Parlamento, tra queste soluzioni: dare pienezza di funzioni ad un governo che stia in carica finché, tra di loro, non si raggiunga un’intesa per una maggioranza politica e, comunque non oltre la fine dell’anno. Oppure nuove elezioni subito, nel mese di luglio, ovvero in autunno”. La prima prospettiva è stata subito bocciata sia da Di Maio che da Salvini perché riconducibile al governo dei tecnici di Monti o perché non ha un collegamento con i risultati del voto.
Quando, durante la campagna elettorale, si recriminava sul fatto che c’era la gara a chi la sparava più grossa con promesse irrealizzabili o quando si diceva che mai c’era stata una campagna così virulenta e, talvolta, volgare era perché si pensava che non fosse possibile, una volta svolte le elezioni, fare come se nulla fosse accaduto.
Troppo presto Di Maio e Salvini hanno cantato vittoria esigendo l’incarico di governo. Ben presto si sono resi conto che nessuno in realtà aveva vinto perché nessuno dei due aveva i numeri in Parlamento per governare. Il Pd, evidentemente sconfitto, ha dichiarato subito la sua impossibilità ad aderire ad un governo “politico”. D’altra parte la campagna elettorale dei “vincitori” si era sviluppata tutta sulla demonizzazione di ciò che il governo sostenuto da quel partito aveva portato avanti.

A due mesi dalle elezioni e dopo tre inutili giri di consultazioni il presidente della Repubblica ha preso l’iniziativa alla ricerca di una soluzione comunque difficile

Le parole sono pietre e hanno pesato su tutte le trattative. Salvini ad un certo punto ha fatto un passo indietro e ora sembra che la abbia fatto anche Di Maio, ma si viene a sapere soltanto a giochi fatti. Di Maio pone il veto su Berlusconi, la Lega non vuole Di Maio premier, il Pd non lo vuole nessuno e lo dimostra il modo in cui Di Maio ne parla.
19vignettaNel suo discorso conclusivo Mattarella rivela che i partiti (Lega e M5S) hanno avanzato più volte la richiesta di prendere tempo per raggiungere intese. Sono passati oltre due mesi, i contatti ci sono stati: c’è da domandarsi di che cosa abbiano parlato. Ormai è veramente il momento della responsabilità. C’è da approvare la finanziaria, che esige tempi abbastanza lunghi, c’è da evitare un aumento dell’Iva che andrebbe a pesare soprattutto sui ceti poveri perché riguarda anche i prodotti primari, c’è da partecipare, a fine giugno, al vertice dell’Unione Europea dove si discuterà di migranti, di moneta unica, di bilancio europeo per i prossimi sette anni.
Per questo Mattarella chiede la possibilità di un governo di servizio che rappresenti pienamente l’Italia anche in Europa, con la possibilità di dimissioni immediate nel caso i partiti trovassero l’accordo per un governo politico. Tranne Pd e Leu, gli altri hanno risposto picche. Comunque il presidente presenterà il governo e questo, nel caso, molto probabile, non ottenesse la fiducia in Parlamento, diventerebbe un governo di garanzia per preparare le elezioni.
Non si è mai visto, almeno in Italia, un Parlamento che muore prima di nascere. Ci tocca vedere anche questo, come ci tocca vedere che coloro che sono contro gli sprechi e per i tagli della spesa non si preoccupano di spendere nel giro di pochi mesi altri 400 milioni di euro per le elezioni. Mattarella ci mette la faccia. La sfiducia al governo che propone sarebbe uno schiaffo senza precedenti e creerebbe veramente una crisi istituzionale. Sa di giocare molto, ma sa anche assumersi le sue responsabilità.

Giovanni Barbieri