
Per mostrare il volto del loro capitalismo liberale
Il piano Marshall nasce in un contesto nel quale, finita la seconda guerra mondiale, dopo sei anni di stragi mai viste prima per quantità ed orrore, l’Europa dei vinti, ma anche dei vincitori, era macerie e povertà. Gli Stati Uniti si trovarono ad essere unica potenza in condizioni di prosperità, decisero di intervenire con aiuti di capitale finanziario, materiali e beni alimentari. Non era fraterna beneficenza, ma inseguivano due principali obiettivi, uno era ricreare potere d’acquisto nei paesi europei per tornare a vendervi i loro prodotti (col vicino troppo povero non puoi fare affari!). L’altro ancor più importante era appoggiare le forze nazionali e moderate per contrastare l’influenza sovietica e impedire un cambiamento delle basi sociali in senso anticapitalistico.
Il “pericolo rosso” si stava consolidando, nell’Europa dell’Est sorgevano regimi direttamente controllati dall’Urss secondo le decisioni della conferenza di Potsdam (16 luglio – 2 agosto 1945), imposte più che negoziate da Stalin.
In Grecia c’era guerra civile tra moderati e partigiani comunisti, l’Unione Sovietica era in pericolosa tensione con la Turchia, in Italia e Francia i partiti comunisti erano molto forti, in Cina si avvicinava la vittoria di Mao, senza considerare il fermento nelle ex-colonie nella dinamica della spartizione del mondo in due blocchi. Già nel 1943 a Washington era sorta l’UNRRA per la ricostruzione delle zone devastate dalla guerra con intervento economico degli Stati Uniti.

La strategia si ampliò e consolidò nella “dottrina Truman”, il presidente americano la espresse in termini di guerra ideologica fra “mondo della libertà” e “mondo del totalitarismo”comunista.
L’azione “immediata e risoluta” degli interventi il 5 giugno 1947 fu affidata al generale George C. Marshall sottosegretario di Stato al ritorno dalla Cina. Il piano Marshall fu fondamentale per la ripresa rapida e imponente dell’occidente europeo; era stato diretto anche verso i paesi orientali d’Europa, per favorire la penetrazione statunitense, ma fu rifiutato sotto la pressione sovietica. L’ERP (European Recovery Program) divenne legge firmata da Truman il 3 aprile 1948, la data è significativa, due settimane prima delle elezioni politiche in Italia.
Marshall infatti aveva ammonito che tutti gli aiuti all’Italia sarebbero stati sospesi nel caso di una vittoria comunista. In Francia i mezzi messi a disposizione dal piano Marshall furono come buttati al vento nella giungla della guerra d’Indocina, un disastro guidato da una vecchia idea di prestigio da cui i francesi sono soliti essere attratti. La dottrina Truman e il piano Marshall ebbero il loro effetto: in Germania la riforma monetaria del 1948 aveva dato l’occasione di un primo braccio di ferro nella questione di Berlino, nel 1949 si costituirono i due Stati tedeschi di opposto orientamento ideologico, sorse la Nato. In Asia invece erano meno nette le distinzioni tra il blocco americano e quello sovietico e per questo si profilavano occasioni di conflitti militari, come ben presto sarà in Corea.
(m.l.s.)