La Settimana Santa in Valdantena

Il Sabato e la Domenica di Pasqua nella parrocchia nell’alta valle del Magra a nord di Pontremoli

Presentiamo un breve stralcio di un ricordo trascritto da Giulio Armanini e relativo ad un momento significativo dell’anno liturgico, la Settimana Santa, così come questa era vissuta negli anni Trenta-Quaranta del secolo scorso in Valdantena. Giulio lo aveva raccolto una dozzina di anni fa trascrivendo una lunga intervista alla mamma, Celide. Quella che proponiamo è la parte relativa alle celebrazioni del Sabato Santo e della Risurrezione.

La chiesa di Casalina, sede della parrocchia di Valdantena
La chiesa di Casalina, sede della parrocchia di Valdantena

Il Sabato Santo, secondo un’antica usanza, il fuoco veniva acceso sul sagrato utilizzando un acciarino. Entrati in chiesa iniziava la preparazione per la benedizione dell’Acqua Santa, che poi sarebbe rimasta a disposizione per la parrocchia e per le famiglie che l’attingevano per portarla a casa in segno di fede. I
niziava subito dopo la S. Messa ed al Gloria le campane di tutta la vallata suonavano a distesa. Il Parroco toglieva dal Sepolcro l’Ostia consacrata e la riportava processionalmente sull’altare maggiore, lasciando la porticina del tabernacolo del Sepolcro aperta. Cristo era risorto!
Chi era rimasto a casa correva alla fonte per bagnarsi gli occhi.
Nei vasi già predisposti si seminavano il basilico ed altre qualità di semenze. Dopo cena era la gioia dei ragazzi che con tanta cura si erano preparati un’erba speciale. Questa, essiccata e ben triturata, veniva messa in pentola assieme alle uova che, fatte bollire, riuscivano di un bel rosso brillante. Le famiglie più agiate ai figli maschi ne davano anche una decina (meno alle ragazze!), comunque non vi era famiglia nella quale al sabato sera non si provvedesse alla tradizionale tintura delle uova.
Il giorno di Pasqua, non più Passio, non più mestizia. Tutti gli altari, che nei giorni precedenti erano spogli, venivano adornati di fiori. Il Sepolcro è stato smontato.
È primavera. Sembra che anche la natura si inchini all’esultanza della Chiesa. Il parroco indossa i paramenti più belli. La Messa è solenne. Durante il giorno i ragazzi giocano a “cocetta” con l’avversario, litigandosi le uova che vincono battendole contro le altre dal guscio più fragile.
Dopo i vespri era consuetudine recarsi nei campi a raccogliere il tenero radicchio, che a sera veniva consumato in famiglia come contorno alle uova sode.