
Il presidente di Telefono Azzurro sottolinea l’urgenza di tutelare i bambini
Sono da brivido i dati che emergono dalle ricerche relative all’uso, spropositato e pericoloso, di Internet, unitamente a tutto ciò che ad esso ruota intorno, da parte dei giovanissimi.
Un fenomeno socio culturale che se, non arginato con intelligenza, rischia di diventare metastasi contagiosa per i nostri figli e nipoti, fino a renderli dipendenti dai social. E le dipendenze, si sa, sono sempre patologiche. Dalle ricerche risulta che si è abbassata notevolmente l’età della “connessione”, tanto che il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, sottolinea l’urgenza di tutelare i bambini rendendoli consapevoli dei vari rischi che corrono sul web. Il problema è che, sovente, anche gli adulti li ignorano, diversamente non regalerebbero il primo smartphone ai minori di 11 anni.
L’indagine rivela che il 73% degli under 13 usa abitualmente WhatsApp, violando i limiti dell’età minima richiesta: 16 anni; il 44% Facebook; il 35% Instagram; il 13% Snapchat ed il 10,8% Twitter. A tutto ciò si aggiunge l’avanzare del cyberbullismo e del sexting, ossia la condivisione online di video e testi sessualmente espliciti, altro terribile flagello. Insomma, una vita sempre più virtuale consumata nell’immaturità e nella debolezza, lungi da solide strutture, resta fragile.
L’inversione di marcia deve partire dalla famiglia, accanto la politica, la scuola, le istituzioni, la società tutta poiché la posta in gioco è troppo alta. Psicologi e pedagogisti tuonano contro gli adulti che, con lo sterile permissivismo, non si rendono conto di seminare grandine per raccogliere tempesta. Picchia duro Paolo Crepet, stanco di assistere ad una parabola discendente nel campo educativo.
Nel nostro tempo, caratterizzato dalla frenesia del fare, del profitto, dell’avere e del protagonismo, scarseggia il tempo da dedicare all’ascolto dei ragazzi, al dialogo, allo scontro costruttivo, al “silenzio parlato”. I giovani sono così privati degli anticorpi necessari per reggere, poi, le inevitabili pressioni e dinamiche dell’esistenza. Più facile assecondare che pronunciare i ‘no’ che aiutano a crescere, motivando ogni regola, ogni rifiuto affinché siano efficaci per costruire un valido sistema immunitario. Importante, dunque, educare ad una progettualità seria e faticosa ma, proprio in quanto tale, soddisfacente, evitando l’isolarsi in reticolati dannosi che inneggiano al conformismo ed alla mediocrità.
Nell’ubriacatura dei social, ovviamente importanti e utili se usati in modo corretto e con un filtro critico, è necessario che gli adulti siano tali: capaci di sostenere le giovani generazioni, che hanno mille marce da mettere in campo, nel difficile, meraviglioso percorso di crescita affinché acquisiscano la consapevolezza della vita oltre lo smartphone.
Ivana Fornesi