Segni di speranza nel dramma della guerra israeliano-palestinese

“Diamo voce alla pace”: alla colonia diocesana Il Fortino di Marina di Massa le testimonianze di chi ha visitato la complessa e drammatica situazione della Terra Santa. Sono intervenuti Gianni Lazzarotti, Paolo Zammori e Fra Matteo Brena. “In un tempo di non-soluzioni è importante continuare a mantenere il seme del desiderio di Pace”

Il pubblico che ha partecipato all’incontro nella colonia diocesana Il Fortino a Marina di Massa

Non è semplice parlare di guerra e soprattutto di pace facendo riferimento alla Palestina e a Israele, così come non è facile raccontare di speranza da una terra travagliata come la Terra Santa, ma è quanto ha provato a l’Azione Cattolica Diocesana nella serata del 26 luglio alla colonia diocesana Il Fortino, a Marina di Massa.
Nel corso della serata dal titolo “Diamo voce alla Pace – Racconti, voci e testimonianze sulla guerra Israelo-Palestinese” e coordinata da Stefano Mancini, vicepresidente degli adulti di AC, sono intervenuti Gianni Lazzarotti, già Direttore dell’Ufficio Missionario diocesano, tra i pellegrini in Terra Santa del viaggio organizzato da alcune parrocchie diocesane poche settimane prima dello scoppio della nuova fase della guerra successiva all’attentato del 7 ottobre 2023, Paolo Zammori, laico, pacifista, che ha partecipato al Pellegrinaggio della Diocesi di Bologna in Terra Santa con il Cardinale Matteo Zuppi, nel corso del quale hanno incontrato le varie realtà coinvolte nel conflitto, e Fra Matteo Brena, francescano e Commissario di Terra Santa per la Toscana.
È stato in particolare quest’ultimo a raccontare l’evoluzione delle sue vicende storiche e politiche a partire dal 1948, a seguito della decisione da parte dell’ONU di assegnare i territori per un nuovo Stato di Israele; vicende che hanno avuto momenti di forte conflitto, come nel 1967 nella Guerra dei 6 Giorni o il più recente attacco del 7 ottobre 2023, ma anche di tentativi di riappacificazione come gli accordi di Oslo del 1993, dove ci fu la famosa stretta di mano tra Rabin e Arafat.
Una storia che però ha visto nel tempo un progressivo allargamento dei confini dello stato di Israele, una riduzione della terra a disposizione del popolo arabo-palestinese, lo sviluppo dei cosiddetti “territori occupati” e la crescita, caratterizzata anche da azioni di violenza e sopruso, dei gruppi di ebrei ortodossi favorendo così, in un terreno certamente caratterizzato da divisioni e fondamentalismi come il mondo arabo, lo sviluppo e la presa di potere di un gruppo terrorista come Hamas.
La ricostruzione storica è importante per comprendere le vicende, ma ancora più importante è l’incontro, l’ascolto e la visione diretta di quella che è la realtà del mondo arabo-palestinese ed ebraico, fatto di tante contraddizioni, di violenza, di militari, ma anche di convivenza multiculturale, di spiritualità, di accoglienza e di sorrisi.
E sono proprio queste azioni di ascolto e incontro che permettono, come ha raccontato Paolo Zammori, partecipante alla “Missione di Pace” insieme alla Diocesi di Bologna, di “essere dentro il conflitto per ascoltare e riportare quanto incontrato”, cercando di offrire uno spaccato il più possibile lontano dai racconti distorti di chi vuole sostenere, anche legittimamente, l’una o l’altra parte, perché è chiaro che oggi le ragioni si sono talvolta confuse con le colpe.
La sfida di oggi, nel parlare del conflitto Israelo-palestinese, e quindi quella di provare a mantenere una posizione terza, distaccata, ma fortemente aderente alla realtà e non priva del coraggio della denuncia. Ed in questa posizione è forse più facile cogliere quelli che sono segni di speranza.
Gianni Lazzarotti, raccontando il pellegrinaggio attraverso i cinque misteri della luce, ha colto la forte disponibilità all’incontro da parte di tutta la popolazione incontrata, dei sorrisi che raccontano un’attesa di novità portata da chi vuole visitare i luoghi di Gesù.
Paolo Zammori ha sottolineato l’importanza della presenza della comunità cattolica, che, seppur piccola, si adopera per promuovere percorsi di comunione, riconciliazione e pace. Fra Matteo ha riportato il desiderio di nuove strade alternative alla violenza e alla guerra proposte dai familiari delle vittime e degli ostaggi israeliani di Hamas.
Riprendendo le parole del Card. Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, è compito di tutti noi “in un tempo di non-soluzioni continuare a mantenere il seme del desiderio di Pace”.

(Marco Leorin)