
Venerdì 28 febbraio, quasi nel totale silenzio dei mezzi di comunicazione si è concluso, a Trapani, dopo 8 anni, il processo “Iuventa” dal nome della nave Ong sequestrata perché i membri dell’equipaggio della nave erano accusati, insieme ad altre persone di Medici senza Frontiere e Save the Children di aver favorito l’immigrazione clandestina. Sulla immigrazione clandestina e sulla guerra alle navi delle Organizzazioni non governative, si sono versati fiumi di inchiostro, vari esponenti politici e i rispettivi partiti, vi hanno costruito le fortune elettorali. Le accuse alle Ong erano infamanti “taxi del mare”, collusione con i trafficanti di esseri umani ecc. Il danno arrecato al mondo del volontariato non è stato irrilevante visto che gli accusatori inducevano a pensare che dietro il paravento del volontariato vi fossero chissà quali interessi inenarrabili.
La sentenza è stata chiara ed è andata oltre la richiesta della Procura che, dopo sei anni di indagini e due di udienza preliminare, aveva chiesto di non procedere perché «il fatto non costituisce reato» lasciando intendere che però qualcosa ci fosse. Il giudice ha chiuso definitivamente il caso dichiarando che “Il fatto non sussiste”. Era un processo basato sul nulla e non avrebbe neppure dovuto iniziare. Questo giochino perpetrato sulla pelle di innocenti, e sulla vita di migliaia di persone, è costato alle casse dello Stato tre milioni di euro. Inoltre la nave “Iuventa”, sotto sequestro nel porto di Napoli dal 2017, è da rottamare poiché non si è potuto operare la manutenzione ordinaria. Prima del sequestro il suo equipaggio aveva salvato nel Mediterraneo 14.000 persone.
Non c’era bisogno della sentenza di Trapani per capire che le imbarcazioni umanitarie non costituiscono un fattore di attrazione per le partenze dei migranti. Malgrado le restrizioni, nel 2023 le navi Ong sono state bloccate complessivamente per 430 giorni, e le perdite di tempo date dalle destinazioni di porti lontani, si sono registrati picchi di sbarchi imponenti. Anche quest’anno, malgrado gli accordi con i libici e i tunisini, gli sbarchi non si sono fermati: dal 1 gennaio al 22 aprile in Italia sono approdati 16.090 migranti, più o meno la metà dello stesso periodo del ’23, il doppio del ’22. Oggi si sa che salvare vite non è reato. Ma tutta l’operazione tesa a gettare ombre cupe sul volontariato, sulla solidarietà, sul Terzo settore e sulla società civile impegnata, ha lasciato il segno. è aumentato il cinismo e l’indifferenza. Non è un caso che la notizia della chiusura del processo, in fondo infamante per chi ha architettato il tutto, sia stata liquidata, quasi di nascosto, e se un fatto che a suo tempo aveva destato tanto scandalo con spregiudicate campagne per un pugno di voti, oggi si deve arrivare alla 25° pagina di un “grande” giornale per saperne qualcosa. Tutta la vicenda, malgrado la sua felice conclusione, lascia questo nostro mondo più povero di umanità.
Giovanni Barbieri