
Celebrata a Barbarasco la 17.ma Giornata per la custodia del Creato promossa dalla Cei
“Se impariamo ad ascoltarla, notiamo nella voce del creato una sorta di dissonanza. Da un lato, è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore; dall’altro, è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani”. Così il Papa iniziava il messaggio, diffuso lo scorso 16 luglio, memoria della B.V. Maria del Monte Carmelo, per la Giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato – che apre il “Tempo del Creato” destinato a protrarsi fino al 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi -, incentrata sul tema “Prese il pane, rese grazie (Lc 22,19). Il tutto nel frammento”.
A livello nazionale, la Giornata avrà luogo a Reggio Calabria, sabato 17 e domenica 18 settembre, sul tema “Prese il pane, rese grazie (Lc 22,19). Il tutto nel frammento”. Il programma prevede un seminario sul tema della Giornata e una “Passeggiata Laudato si’” sul lungomare cittadino. Domenica 18, la S. Messa celebrata nella Basilica Cattedrale Maria SS. Assunta in Cielo. Il messaggio, che i Vescovi hanno diffuso in preparazione dell’appuntamento, è incentrato sul pane come elemento di condivisione: da quando il contadino semina il grano, che poi cederà ad altri, a quando il pane vero e proprio arriva nelle case, dove, come fece Gesù, viene preso con le mani, poi benedetto e spezzato; infine, condiviso tra i commensali.
“Il dolce canto del creato, proseguiva Francesco, è un invito a fondare la nostra spiritualità sull’amorevole consapevolezza di non essere separati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri dell’universo una stupenda comunione universale… Uniamoci a San Francesco d’Assisi nel cantare: Sii lodato, mio Signore, con tutte le tue creature”.
C’è, poi, “un coro di grida amare”. Per prima, la sorella madre terra, che “ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione”; poi, le diverse creature. “Ma sono anche i più poveri tra noi a gridare. Esposti alla crisi climatica, i poveri soffrono più fortemente l’impatto di siccità, inondazioni, uragani e ondate di caldo che continuano a diventare sempre più intensi e frequenti… Infine, gridano i nostri figli. Minacciati da un miope egoismo, gli adolescenti chiedono ansiosi a noi adulti di fare tutto il possibile per prevenire o almeno limitare il collasso degli ecosistemi del nostro pianeta”.
Il pressante invito (non di certo il primo) del Papa della Laudato si’ e di Querida Amazonia a “vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio” è raccolto dalle Chiese di tutto il mondo che, il 1° settembre, hanno celebrato la Giornata. Nella nostra diocesi, il 1° settembre, a Barbarasco, la celebrazione della Giornata per la custodia del creato, promossa dalla Cei e giunta alla 17a edizione, ha avuto per tema “Transizione Ecologica e Conversione Ecologica per un nuovo Umanesimo”. Introdotta da Fausto Vannucci, direttore della Pastorale Sociale del Lavoro della diocesi, ha registrato diversi interventi, a partire da quello di Vincenzo Tongiani, Presidente dell’Istituto Studi e Ricerche della Camera di Commercio Toscana Nord.
Tre i gruppi di lavoro, su tre diversi temi, nei quali sono stati suddivisi i partecipanti: lo spreco alimentare, coordinato da Francesca Ferrari, presidente della Coldiretti di Massa Carrara, e da Almo Puntoni, Direttore della Caritas Diocesana; i cambiamenti cimatici, guidato da Enrico Petriccioli, vice Presidente del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord; le comunità energetiche, argomento sul quale è intervenuto l’ingegner Cagnoni.
A conclusione della giornata, l’intervento del Vescovo, fra’ Mario Vaccari, che ha ringraziato tutti i relatori ed ha rivolto ai presenti l’invito a continuare nel loro impegno ecologico che trova le sue radici in Cristo: “Come ci ricorda la Genesi, ha sottolineato, l’uomo è stato posto da Dio in un giardino che deve essere custodito e coltivato. Se nella ‘coltivazione’ ci sta tutto l’ingegno umano, nella ‘custodia’ sta il progetto di Dio Creatore. Come cristiani – ha concluso – abbiamo la responsabilità di coltivare, ma soprattutto quella di custodire la nostra Casa Comune per realizzare il disegno di Dio”.