Ad Avenza numerosi i partecipanti. Presente anche il vescovo Mario
Numerosi i partecipanti che, nei locali della parrocchia di Maria SS. Mediatrice ad Avenza, hanno vissuto l’esperienza della Tre Giorni Biblica, iniziativa organizzata dalla Commissione diocesana dei “Gruppi di Ascolto della Parola”, che si è svolta dal 9 all’11 settembre. Un evento che non ha tradito le attese e che ogni anno costituisce punto di riferimento per chi intende approfondire e “nutrirsi” della Parola di Dio, questa volta sollecitati dal testo del vangelo di Matteo. “Fino alla consumazione del tempo” infatti era il titolo dell’edizione 2022, facendo eco alla fine del testo dell’evangelista Matteo, quasi un invito a considerare la passione, morte e resurrezione del Signore Gesù come una opportunità perché la vita sia una esperienza di salvezza.
La “Tre Giorni Biblica”, coordinata da Chiara Mariotti, è iniziata nel pomeriggio di venerdì 9 settembre con il saluto del vescovo Mario, che ha sottolineato come la Parola di Dio sia una parola viva e rappresenti una risorsa per ciascuno e per la nostra Chiesa, mentre il tema della comunità, centrale capitolo del 18 di Matteo, è stato ripreso nel suo intervento anche da don Maurizio Iandolo, vicario per la pastorale e delegato diocesano per il cammino sinodale, che ha fornito alcune sollecitazioni per la nostra chiesa diocesana. Sulla necessità di un discernimento pastorale, alla luce dell’insegnamento di san Francesco d’Assisi, è intervenuto don Pietro Pratolongo, in qualità di preside della Scuola diocesana di formazione teologico-pastorale.
Mons. Vaccari ha poi presieduto la celebrazione eucaristica nella S. Messa vigiliare del sabato. Molti i contributi che hanno caratterizzato le tre giornate con approfondimenti, focus, attività e tempi preghiera, curati dai membri della Commissione.
Significativa la presenza di P. Giulio Michelini, frate minore e ordinario di Esegesi neotestamentaria all’Istituto Teologico di Assisi, tra i massimi esperti del vangelo di Matteo, che ha svolto alcuni interventi molto apprezzati. “L’escatologia narrata da Matteo – ha detto P. Giulio – ci rimanda certamente al futuro, ma non dobbiamo perdere di vista il passato in cui il Signore si è manifestato nella Croce. Con la sua morte e resurrezione, infatti, il tempo è cambiato per sempre, quindi anche la nostra vita può cambiare”. Soddisfazione dunque per una iniziativa che quest’anno ha terminato il ciclo di lettura dei quattro Vangeli, rappresentando un significativo spazio di riflessione e preghiera, personale e comunitaria, attorno alla Parola di Dio nella nostra diocesi, come ha anche sottolineato don Alessandro Biancalani, referente diocesano del progetto. La “Tre Giorni Biblica” ha coinvolto animatori dei “Gruppi di Ascolto della Parola”, operatori pastorali e insegnanti IRC, mentre la seconda parte del Vangelo di Matteo (dal capitolo 18 al capitolo 28) sarà il punto di riferimento per i “Gruppi di Ascolto della Parola” del tempo della prossima Quaresima 2023.
(df)
Quando si conclude un periodo importante o una parte di un discorso che ha una compiutezza propria si pone un punto e si va a capo. Così anche nel linguaggio comune l’espressione “punto e a capo” sta proprio ad indicare un capitolo che si chiude per aprirne un altro. Con la tre giorni biblica, sulla seconda parte del Vangelo di Matteo (cc. 18-28), appena conclusa nella Parrocchia di Maria ss. Mediatrice in Avenza (9-11 settembre), si è chiuso un ciclo che merita qualche riflessione offerta ai lettori dei nostri settimanali diocesani. Un primo elemento riguarda la natura dell’iniziativa.
La tre giorni biblica si inserisce nelle attività dei Gruppi di Ascolto della Parola voluti da mons. Santucci nel 2010 che avrebbero dovuto costituire un ideale passaggio da una parrocchia incentrata sulla celebrazione dei sacramenti, sull’iniziazione cristiana e la catechesi degli adulti, ad una comunità dove la viva Parola di Gesù potesse costituire un centro di riferimento permanente come già si auspicava lo stesso Concilio Vaticano II: “La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo” (DV 21), raccomandando soprattutto a tutti coloro che si spendono nella formazione un contatto assiduo con la Parola di Dio: “è necessario che tutti i chierici, principalmente i sacerdoti e quanti, come i diaconi o i catechisti, attendono legittimamente al ministero della parola, conservino un contatto continuo con le Scritture mediante una lettura spirituale assidua e uno studio accurato, affinché non diventi ‘un vano predicatore della parola di Dio all’esterno colui che non l’ascolta dentro di sé’” (DV 26).
La tre giorni biblica nacque proprio da questa intuizione dopo che nel 2014 fui invitato in qualità di relatore ad un’iniziativa simile della Arcidiocesi di Siena. Un servizio che arricchiva il percorso dei GdA e nello stesso tempo fosse di stimolo a tutti gli operatori pastorali.
Un secondo elemento riguarda l’argomento. Di concerto con il Vescovo decidemmo di puntare in alto: tre giorni dedicati alla lettura dei testi che avrebbero caratterizzato l’intero anno. Partimmo dal fondamento, i vangeli. E così prima Marco, poi Luca, poi Giovanni e, infine, Matteo, due anni per ciascuno, hanno occupato 8 anni di lavoro offerti alla nostra Diocesi.
Un terzo elemento riguarda lo stile. Tutto ciò avrebbe potuto essere un appuntamento, come ce ne sono molti, caratterizzato da interventi di ‘esperti’ che introducono alla comprensione del ‘Libro dei Libri’.
Ma sulla spinta del Concilio decidemmo, come Commissione Diocesana, che prima di tutto dovesse essere un’esperienza per la nostra Chiesa: “La Scrittura cresce con chi la legge” ci ricorda san Gregorio Magno. La Bibbia, infatti, non è un libro, ma la Parola di Dio viva ed efficace (cfr. Eb 4,12-13): senza l’esperienza della comunità cristiana dove nello spazio della fede, Cristo si rende presente, le sue parole rimarrebbero incomprensibili (cfr. Is 29,11-12). Il lavoro della Commissione GdA è stato improntato ad uno stile sinodale, dove le diverse sensibilità e capacità si sono armonizzate nell’unico servizio alla Parola. L’ascolto e la condivisione hanno caratterizzato il nostro esserci per questa terra e di questo sono grato ai membri della Commissione, ad uno ad uno.
Un quarto elemento conclusivo riguarda i frutti. Non possono essere misurati con criteri umani ed alle volte si appalesano soltanto nel tempo. Posso soltanto dire che dove il Signore inizia ad operare nel cuore di una persona si ripete la scena del lago di Tiberiade quando alla richiesta di Gesù di prendere il largo per la pesca, dopo una notte faticosa ed infruttuosa, Pietro risponde con una disponibilità che nasce soltanto dalla fiducia in Gesù: “Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua Parola calerò le reti” (Lc 5,5). In questo secondo anno sinodale la nostra Chiesa sappia, proprio in virtù dell’ascolto della Parola, rendersi disponibile al disegno di Dio, prendendo il largo della missione, uscendo dalle proprie certezze che la stanno piano piano rendendo sterile. I gruppi di ascolto sono nati soltanto per questo: fare l’esperienza di Gesù risorto nelle nostre comunità, donarci di poter assaporare la speranza della risurrezione nella prosa del nostro quotidiano. Un servizio appunto, offerto con semplicità.
(d. Alessandro Biancalani)