Il musicista Alessandro Stradella con origini nobiliari fivizzanesi

Il maestro Andrea De Carlo ha tratteggiato la figura di questo compositore barocco del ‘600

Incisione raffigurante il musicista Alessandro Stradella
Incisione raffigurante il musicista Alessandro Stradella

Il 30 luglio, nel Museo degli Agostiniani a Fivizzano, nell’ambito del Lunigiana International Music Festival, il maestro Andrea De Carlo ha tenuto un convegno, dal titolo “Lo sguardo oltre il tempo. Vita e opere di un genio ritrovato”, sulla figura del compositore Alessandro Stradella, di cui è uno dei massimi conoscitori ed estimatori. Erano presenti, nel pubblico, tutti i giovani musicisti che partecipano al Festival, provenienti da vari paesi europei ed extraeuropei, ai quali il maestro si è rivolto in lingua inglese, alternata a quella italiana, sorprendendoli con la prima definizione di Stradella come personaggio “non collocabile, per la originalità e la modernità delle sue opere, in un determinato tempo”. Anche la sua biografia è stata più volte aggiornata, a partire dal luogo della nascita (8 luglio 1645), dapprima ritenuto Nepi, poi accertato in Bologna. Considerato uno dei massimi compositori della sua epoca, il Seicento barocco, pur “avendo ispirato romanzi, film, opere in musica”, ha avuto, rispetto ai suoi contemporanei, come, Corelli, ad esempio, una fama inferiore, che ora gli viene restituita, grazie al Festival che De Carlo gli ha intitolato a Nepi, poi fuso col Festival Barocco di Viterbo. Tutti i biografi di Antonio Alessandro Boncompagno Stradella – questo il suo completo nome -, discendente da una famiglia di nobiltà minore di Fivizzano, dove, pare, non sia mai stato, ma dove ha intitolata una strada, parlano di una sua esistenza “rocambolesca”, “pericolosa”, di un “genio maledetto e spregiudicato”, di un “libertino”.

Il maestro Andrea De Carlo
Il maestro Andrea De Carlo

Dopo Bologna visse con il padre Marc’Antonio e la madre Vittoria Bartoli a Vignola e, poi, a Nepi. Alla morte del padre la famiglia si trasferì a Roma, città dove Alessandro ricevette una formazione di alto livello anche musicale, fortunato perché il Papa Alessandro VII era un amante della musica. Lì iniziò a comporre in modo originale e moderno, a partire dalla Serenata “La Circe”, e diventerà, nel tempo, famoso per le sue numerosissime opere, che comprendono drammi e commedie in musica, oratori (il più celebre “San Giovanni Battista”, composto nell’anno giubilare 1675), brani strumentali, intermedi, cantate sacre, per voci sole o per più voci, madrigali in latino… Molte di esse sono state riportate in luce dall’oblio, molte altre lo saranno grazie alle ricerche che sono in corso. Gli ha nuociuto, sicuramente, il suo modo di vivere, che lo costrinse a fuggire, prima, da Roma, perché coinvolto “in un intrigo per aver cercato di combinare un matrimonio indegnodi un parente del cardinale Cybo, poi da Venezia, per una relazione con una donna con la quale scappò a Torino, dove fu accoltellato da due sicari. Nel 1678 si trasferì a Genova, dove, tra le altre cose, compose, per le nozze di Carlo Spinola e Paola Brignole Sale, il “Barcheggio”, una serenata per tre voci e strumenti eseguita “sul mare davanti alla città con il pubblico sulle barche”. Lì, in piazza Banchi, il 25 febbraio 1682, fu assassinato, forse “su mandato del nobile Giovan Battista Lomellini, che sospettava una relazione con sua sorella, alla quale Stradella impartiva lezioni”. Certo è che d’ora in poi si sentirà sempre più parlare delle musiche di Stradella, caratterizzate, è stato scritto, “da risorse strumentali ricche e varie, sperimentazioni armoniche, sapienza contrappuntistica, da invenzioni melodiche floride e melliflue, da una acuta sensibilità per gli aspetti ritmici”. In una delle aree che il maestro De Carlo ha fatto ascoltare, a dimostrazione della modernità di Stradella, è stata richiamata la vicinanza, tra le altre, con la musica di Ennio Morricone. Fivizzano, ha detto l’assessora Francesca Nobili, ne vuol fare uno dei suoi personaggi simbolo.

Andreino Fabiani