
Al termine della celebrazione della sua ordinazione episcopale, “come nuovo Vescovo di questa Chiesa che è in Massa Carrara Pontremoli”, mons. Mario Vaccari (o “fra Mario” come preferisce farsi chiamare), ha rivolto il saluto, in chiaro stile francescano, alla sua nuova “casa”, fatta di persone concrete. Francesco d’Assisi assegna alla sua fraternità il nome di ‘frati minori’ affinché, contemplando l’umiltà-minorità di Dio, imparino che il vero amore è farsi “minore” nei confronti dell’altro, di chiunque altro. Da Gesù, Francesco impara a essere fratello e servo di tutti. Anche oggi, ha ricordato mons. Vaccari, come la sera di Pasqua nel cenacolo, un “nuovo vescovo ha ricevuto una nuova effusione dello Spirito per una nuova missione che dovrà misurarsi con le sfide che questo mondo ci presenta”. “Mentre ero ‘sotto’ il Libro dei Vangeli, aperto durante la preghiera consacratoria, ha confidato, ho pensato alla Regola dei frati minori che dice: La Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. Stare ‘sotto il Vangelo’ come vescovo vuol dire per me confermare e continuare l’impegno a vivere secondo la forma di vita del Vangelo per poterlo efficacemente annunziare con ‘grandezza di animo e dottrina’”. In pratica, lo spirito col quale fra Mario vive questa sua seconda chiamata è in continuità con ciò che ha animato la sua vita religiosa ed è in questo contesto che ha pronunciato i suoi tanti ‘grazie’. Prima di tutto “al Signore Nostro Gesù Cristo”, poi ai vescovi presenti, ai sacerdoti, ai laici. Ai sacerdoti ha espresso il desiderio che possano essere non solo collaboratori ma “fratelli e amici” per costituire una vera comunità presbiterale. Il saluto ai laici è stato più ampio e pressante, partendo da una citazione di sant’Agostino: “Nel momento in cui mi dà timore l’essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi. Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano”. “Ho citato questo passo perché mi sembra importante per la Chiesa oggi valorizzare meglio il rapporto tra fedeli laici e presbiteri. La Chiesa ha bisogno di valorizzare doni e carismi dei fedeli laici alla scoperta o recupero di nuovi ministeri e tutto ciò per un annuncio più efficace e capillare del Vangelo” nei suoi vari aspetti della vita ecclesiale e sociale. Infine, dopo aver ringraziato i suoi confratelli, la sua famiglia e, con voce rotta dalla commozione, i suoi genitori, ha concluso con la citazione di un canto di Pierangelo Sequeri: “’Dammi la forza di accogliere ancora la tua parola e il tuo gesto d’amore’ (che, ricordo, è stata la lavanda dei piedi)”. Non c’è stata retorica, ma grande sobrietà, umanità, sollecitudine e umile consapevolezza della nuova missione.
Giovanni Barbieri