A Bagnone massiccia partecipazione  attorno alla Santa Croce

Dopo due anni di restrizioni da Covid

C’erano tutti a Bagnone, martedì 3 maggio, nella prepositurale di S. Nicolò, per venerare la Santa Croce, dopo un biennio di restrizioni causa Covid 19. Una ricorrenza attesa e partecipata con il sapore della rinascita, della ritrovata libertà, senza tralasciare le dovute prevenzioni. Nel cuore la condivisa sofferenza per una guerra, a noi vicina, che continua a mietere vittime e a spargere inutile follia. Il voto che si celebra a Bagnone ha radici lontane che attecchiscono nella storia religiosa e civile del Comune. È infatti rinnovare la riconoscenza della popolazione, scampata al colera del 1854 – 1855. Il Consiglio degli anziani istituì, allora, una annuale, solenne celebrazione da perpetrarsi di secolo in secolo. Durante il Consiglio comunale del 14 ottobre 2020 venne approvata, all’unanimità, la delibera che sancisce ormai la S. Croce, Patrona principale del Comune, come desideravano gli avi, secondo una ricerca accurata svolta da Paolo Lapi e da Matteo Marginesi.
Una decisione sostenuta con determinazione dal consigliere di minoranza di allora, Michele Olivieri e dal compianto sindaco Carletto Marconi. Nella consapevolezza che la Croce rimane strumento indispensabile per la nostra salvezza. Il Pontificale delle ore 17 è stato presieduto da mons. Alberto Silvani, legatissimo alla nostra vallata, essendo di Virgoletta, attualmente Vescovo emerito di Volterra. A coadiuvarlo i parroci don Andrea Nizzoli e don Angelo Boattin. Presente il sindaco Giovanni Guastalli con la Giunta al completo, i consiglieri di minoranza, i rappresentanti delle Associazioni di volontariato e delle varie parrocchie bagnonesi, con i loro labari; maestranze militari, scolastiche e civili. “Nello scorrere del tempo, ha detto il presule, abbiamo sentito parlare della malattia “spagnola” dai nostri nonni; i genitori ci hanno narrato le brutture della guerra… a distanza di decenni sembra essere tornati al punto di partenza con il rischio di perdere lo smalto della fede e la fiducia nel progresso che non è mai a senso unico. Puntiamo gli occhi sulla Croce poiché la glorificazione di Cristo passa attraverso il supplizio della Croce, nell’antitesi sofferenza – glorificazione. Gesù ha a cuore tutto quello che il Padre gli ha affidato e se ne prende cura affinchè non vada perduto. Anche, nella nostra vita, Dio mette nelle nostre mani tante persone, tante situazioni, a volte difficili e impegnative. Sovente la stanchezza, la delusione, l’indifferenza ci inducono a lasciar perdere, a non considerarle un nostro problema mentre, come cristiani, dovremmo vivere la solidarietà e svolgere ogni nostro ruolo con responsabilità, lungi dall’abbandonarsi alla sterile rassegnazione”.
All’offertorio, il sindaco ha offerto il fascio di cera, avvolto nel tricolore, seguendo la tradizione dei padri. A seguire la processione che si è snodata per tutto il paese , con il prezioso servizio della Banda musicale del luogo. Al rientro, in chiesa, momenti di meditazione per implorare l’aiuto della S. Croce e le materne premure della Mamma celeste, in questo nostro tempo ingarbugliato. Solenni i canti del Coro “San Nicolao” sotto la collaudata guida del maestro Pierfrancesco Carnesecca e toccanti le parole rivolte dal sindaco alla “sua”comunità.
Ricca agape fraterna, offerta dall’Amministrazione comunale, in piazza Marconi, e preparata ad arte dalla “Locanda La Lina”. Un intenso pomeriggio che ha permesso, a tutti, di arricchirsi interiormente.

Ivana Fornesi