
Grave la situazione generale nella regione del Chocó

Commuove la Colombia la colletta promossa dalla popolazione per salvare l’unico ospedale di una regione poverissima, ma non smuove, al momento, le istituzioni. I lavoratori e le lavoratrici dell’ospedale San Francisco de Asís di Quibdó, nel dipartimento occidentale del Chocó, sono costretti a turni estenuanti per far fronte al Covid-19 e non vedono lo stipendio da 5 mesi. Così, la gente si è mobilitata spontaneamente e sta raccogliendo fondi e generi di prima necessità. L’ospedale è l’unica struttura di secondo livello del Chocó, il dipartimento più povero e probabilmente più dimenticato della Colombia, abitato in gran parte da afro e da indigeni.
Esistono progetti per trasformarlo in ospedale di terzo livello ma ora è a rischio anche quel poco che c’è. L’ospedale più vicino è quello di Medellín, a sei ore di macchina lungo un percorso accidentato e pericoloso, dato che questa è una delle zone a più alta densità di gruppi armati.
Dal governo, però, non arrivano risposte né impegni. Uno dei pochi a ricordarsi di questa struttura che porta il nome del santo d’Assisi è stato Papa Francesco, che nell’aprile scorso ha donato alcuni dispositivi medici per fare fronte all’emergenza pandemica.

“Ci siamo impegnati con tutte le nostre forze di fronte al Covid-19 – dice al Sir da Quibdó Cecilia Córdoba, giovane infermiera e rappresentante del locale sindacato – e questo nonostante la situazione che viviamo. Siamo qui tutti i giorni, con la pioggia e con il sole, anche se soffriamo la fame”.
Dallo stand dove si promuove la colletta e si sostiene la protesta dei lavoratori, Cecilia dice che “la gente cerca di darci sostentamento e ci accompagna nelle nostre richieste perché l’ospedale sia dotato di adeguati dispositivi tecnologici, dato che non esistono apparecchi per fare radiografie, tomografie, ecografie e laparoscopie”.
Una storia tormentata, quella dell’ospedale, come spiega il “garante della salute”, Manuel Gil. Segnalazioni, denunce, tentativi di sanare le perdite dell’ospedale fin dal 2011. Nel 2018 il Ministero della Salute sanò i debiti garantendo la nuova gestione dell’ospedale. “Ma dopo tre anni la situazione è tornata ai livelli precedenti e il governo dice che non ci sono soldi”.
Il vescovo di Quibdó, mons. Juan Carlos Barreto, allarga lo sguardo alla situazione in cui versa il Chocó. “Il sistema educativo è praticamente inesistente, il livello di disoccupazione è il più alto della Colombia, e così pure il tasso di povertà che raggiunge il 70%”, mentre quello di povertà estrema sfiora il 40%. Numerosi gruppi armati seminano morte e terrore, provocando ogni anno la fuga di centinaia di famiglie.
B.D. – Vita del Popolo