Il cammino lungo la Francigena al tempo del Coronavirus

Si è svolto a Pontremoli un convegno promosso da AEVF e Comune

41francigenaCome interpretare il cammino della via Francigena nel tempo del Coronavirus? Quale il suo ruolo da un punto di vista sociale e turistico? Con quali occhi il pellegrino osserva il mondo in questo contesto così complesso? Queste sono solo alcune delle domande a cui hanno provato a rispondere i relatori del convegno organizzato dall’Associazione Europea delle Vie Francigene e dal comune di Pontremoli e che avrebbe dovuto tenersi alla SS. Annunziata ma che, alle luce delle nuove disposizioni che hanno sospeso i convegni e i congressi in presenza, è stato riorganizzato in modalità online. Innanzitutto la pandemia in corso non ha fermato la voglia di camminare e di percorrere l’antica Via tracciata dal Vescovo Sigerico oltre mille anni fa.
Lo ha testimoniato con dati numerici Massimo Tedeschi, presidente di AEVF, che ha evidenziato come “nel 2019 abbiamo consegnato circa 190 mila ‘credenziali del Pellegrino’ (una sorta di “passaporto” del pellegrino in cui vengono registrate le tappe percorse. Anche se, ha evidenziato Tedeschi, per avere un numero più fedele delle persone che percorrono la Francigena bisogna raddoppiare il dato delle credenziali, in quanto in molti si mettono in cammino senza le credenziali ed altri con credenziali di altre associazioni), nei quattro mesi del 2020 dopo la riapertura post lockdown, quindi da giugno a settembre, oltre 90 mila. Facendo una proporzione annua si tocca il numero di 270 mila presenze, con un incremento del 42% rispetto all’anno passato”.

Un tratto della Via Francigena
Un tratto della Via Francigena

Insomma la Francigena, con il suo incedere lento e la sua offerta di ampi spazi può, paradossalmente, rappresentare un’offerta turistica di assoluto interesse in questa fase così complessa e piena di restrizioni. Lo conferma l’analisi della sociologa Irene Pellegrini, dell’Università di Ginevra, che ha evidenziato come oggi “gli individui ricercano, durante il viaggio, il tipico e l’autentico, per sfuggire allo stato di alienazione ed incertezza che provano nella società globalizzata che ha uniformato gli stili di vita”. Tutte caratteristiche che fanno parte delle peculiarità della Francigena “con i suoi borghi, con la sua storia che si può attraversare e godere passo passo”.

Un pellegrino lungo la via francigena
Un pellegrino lungo la via francigena

Sui dati di questa ricaduta turistica si è soffermato Alessandro Tortelli, direttore del Centro Studi Turistici Firenze, che ha evidenziato come nel 2020 è quasi raddoppiata la presenza di pellegrini lungo la Francigena mentre città d’arte come Firenze segnavano un netto calo (30%). “Questo perché la Francigena offre quelle condizioni di sicurezza, di distanziamento, che si uniscono alla gioia e l’emozione del viaggio e della scoperta di un’Italia che spesso chiamiamo ‘minore’ ma che in realtà ha bellezze straordinarie”. Una ricaduta positiva che si è sentita anche nelle realtà che gravitano attorno alla Francigena “in pratica, analizzando la situazione Toscana, a parte qualche zona balneare, solo i comuni attraversati dal cammino sono riusciti a chiudere in maniera positiva questa travagliata stagione turistica”.

Passo della Cisa: la porta d'ingresso in Toscana della Via Francigena
Passo della Cisa: la porta d’ingresso in Toscana della Via Francigena

Un risultato positivo rivendicato anche da Simone Gheri direttore dell’Anci, Associazione dei Comuni della Toscana, che si sta battendo per “far conoscere la Toscana… ai toscani. Stiamo lavoriamo sul turismo interno per la valorizzazione del territorio in particolare dei prodotti tipici. E senza dubbio la Francigena è uno straordinario catalizzatore che può valorizzare le aree interne, la montagna e la mezza montagna, luoghi spesso ai margini del turismo di massa”.
Più elevata la riflessione di Paolo Rizzi, docente all’Università Cattolica di Milano, che ha messo in luce come la Via Francigena rappresenti la ricerca di “nuove domande di senso, nuove ricerche di benessere psichico e relazionale, nuovi stili di vita più attenti all’incontro con le persone prima che con le cose. Indicando il bisogno inalienabile dell’uomo di camminare e fermarsi, di vedere e guardare, di pensare e pregare”.
Inevitabilmente non poteva mancare una riflessione sul tema della salute in questo tempo funestato dalle limitazioni sanitarie, con Francesca Velani, vicepresidente di Promo PA fondazione e coordinatrice di Parma 2020+21, la quale ha evidenziato come “la cultura e la bellezza, siano direttamente correlati alla qualità della vita e quindi anche alla salute della persona”.
Ha coordinato l’incontro la sindaca di Pontremoli, Lucia Baracchini, che ha ricordato l’importanza che il cammino ha per il territorio locale, non solo per la ricaduta turistica, ma anche per il valore sociale dell’incontro e del viaggio che la Francigena porta con sé.

(Riccardo Sordi)